D’aere racchiuso, che de’flutti al moto S’ accoglie in spuma. Lodi, omaggi, affetti D’adulazion? Un’ombra, che al momento Dell’apparir del sol fugge e si sfata. Rapido mio pensier, sofferma il passo, E questi di passion vani prestigi Libra col ver. Degl’ ingannati e insieme Ingannevoli sensi il giusto estima Don di costor, che fur sublimi e grandi. Posati al luogo, e quindi il guardo volgi Alla vita mortai. Da questo punto Mira quanto son scarsi e vili i beni, Ch’essa promette. A voi grazie sien rese Di pompose memorie, tristi avanzi, Fatti per me maestri. In verun libro Meglio s’apprende del creato il nulla. Il debil lino, che inviluppa e cuopre D’un re la salma; l’urna, che racchiude Le ceneri consunte, oh, con qual forza La vanità ne segna! In questa polve, Più forte che per marmo e per scalpello, Dell’ umana possanza il ver si legge. Altri s’accosti ai decorati figli De’titoli paterni; altri ne aspetti Merto di falso o di servile omaggio, Grazia e favor. Per me 1’urna de’grandi Util scuola sarà vicino ai grandi Ch’io nulla chieggo lor, nulla ne aspetto.