ad olio di Garibaldi, lavoro mediocre del pittore francese Cambon, ed altri oggetti di valore che egli aveva nascosti in luogo sicuro, non furono ritrovati dai perquisitori. Furono bensì asportati più di un centinaio di libri, alcuni dei quali alquanto rari, diverse pregevoli incisioni antiche, e una cassa contenente le piastrelle di una grande stufa del sec. XVI, molto belle, raffiguranti guerrieri a cavallo e in parte gli stemmi dei conti di Lodrone e della consorte contessa d’Arco, che sino alla fine del secolo XVIII erano stati proprietari del palazzo. Questa cassa dicesi trasportata a Vienna da un ufficiale austriaco. Invece prigionieri russi, acquartierati nella cucina, bruciarono molte assicelle che erano state tolte da un soffitto e riposte pure in una cassa, ottimamente conservate e dipinte con figure allegoriche e con stemmi di notevole pregio. Sparvero anche alcune medaglie di bronzo e di argento dei secoli XVII e XVIII custodite in un armadio. Dalla Casa del conte Iximberto Cesarmi Sforza, bibliotecario comunale, furono rubati quattro antichi dipinti e almeno un’ ottantina di pregevoli incisioni alcune delle quali inglesi, nonché mobili e specchi antichi. Dei quattro dipinti due erano di ignoto autore; degli altri due, l’uno su tavola raffigurante una Madonna col Bambino, portava di dietro un cartellino colla scritta Perin del Vaga (1501-1547); ma era copia, forse di mano di qualche artista veneto del tempo (1), con molte varianti nel fondo, della celebre Madonna di Raffaello esistente nel Museo di Pietroburgo (fig. 497). L’altro dipinto, pure su tavola, era di scuola veneziana e portava a tergo la data 1576 e l’iniziale T, che forse fu aggiuda da taluno per farlo credere di Tiziano. Non minori certamente furono i danni in Casa del barone Tito Ciani Bassetti. Sparirono un Ufficiolo della Vergine riccamente miniato su pergamena del sec. XV ; un ritratto di uno della famiglia Dal Monte attribuito a Francesco Morone; una Sacra famiglia con firma di Carlo Cignani (1628-1719); tre ritratti (due virili e uno muliebre) rappresentanti persone della nob. famiglia Bassetti, opera di Gio Batta Lampi; una grande raccolta di incisioni antiche, la più parte inglesi di Franc. Bartolozzi (1727-1815), ed alcune di Joseph Lante ; una coperta di trina antica in punto di Spagna per un cuscino da battesimo; cassepanche scolpite del sec. XVII, un cassettone intarsiato, due costumi virili ed uno muliebre in broccato a fiorami policromi del ’700. Dei quadri si potè seguire la traccia fino a Bressanone ; di lì pare che un antiquario, nelle primissime settimane del dopo guerra, li abbia rivenduti in Ungheria. Curiosissimo è il caso del ricupero di un quadro e di una incisione, che con altri oggetti più o meno preziosi erano stati asportati da Casa Suster. Il quadro di contenuto allegorico morale e di scuola del Bonifacio, la cui data si può fissare a circa il 1530, rappresenta il Viaggio della morte : papa Clemente VII, Carlo V, il doge, la dogaressa, vescovi, prelati, senatori e dame attraversano frettolosamente in fitta comitiva, ciascuno con un sacco sulle spalle ripieno dei beni terreni, una landa collinosa, avviati verso una meta ignota a sinistra. Di questo dipinto il Gerola aveva pubblicata una fotografia senza cenni illustrativi nell’articolo deH’Emporium da noi testé citato. Un brigadiere di finanza, che forse negli ozi della caserma aveva veduta la vignetta dell’ Emporium e che, attratto dalla bizzarria del soggetto, vi aveva più a lungo fermata l’attenzione, ebbe a riconoscerlo ben sette anni dopo, in una casa di Massone (frazione di Arco) dove fu subito sequestrato insieme con parecchie belle incisioni inglesi, tra cui quella The Death of General Wolfe, di William Woolett (1735-1785) (2), che era stata pure sottratta con altre (1) Fu pubblicato dal Gkrola (op. cit., pag. 251), che non si avvide della derivazione, come opera di scuola veneta del primo cinquecento. (2) V. Loys Delteil, Manuel de l’amateur d’estampes du XVIII siècle, Paris s. a., pag. 327. Nella denuncia la stampa era stata erroneamente attribuita ad Agostino Le Grand.