- 80 — Anche la Chiesa cttraz. di S. Martino verso Massone ha la parete in c. ev. frescata della seconda metà del sec. XIV. La navata fu divisa in due parti da un arco trionfale costrutto nel 1575 in modo che anche gli affreschi restarono divisi. Così il Cenacolo si trova metà da una parte e metà dall’altra. Si nota una bella Madonna del latte e parecchie figure di santi. Un santo e una santa al di là dell’ arco sono opere belle del '512, forse del Brusasorci. Distrutto il tetto, gli affreschi soffrirono per le infiltrazioni d’acqua. Ma la chiesetta più importante dei dintorni, veramente cosa preziosa per la eccezionale bellezza dei suoi affreschi, è quella di S. Bocco di Caneve. La chiesa si compone di una nave a pianta quadrata e con volta a crociera, e di un presbiterio pure quadrato ma più piccolo. Nel presbiterio sono affreschi del '400 di carattere mantegnesco, molto importanti ma disgraziatamente resi torbidi e sordi da un bestiale restauro perpetrato avanti guerra. Rappresentano nelle vele gli Evangelisti e sulle pareti le Storie di S. Rocco. Di una freschezza e di uno splendore indescrivibile sono invece gli affreschi della nave. Nella crociera, fiorita di smaglianti grottesche policrome di pretto tipo raffaellesco, di nuovo i medaglioni degli Evangelisti, sopra l’arcale della tribuna la Crocifissione, sulle pareti le storie della Passione. Pare fino impossibile che, in quella povera piazzuola di villaggio, che sembra quasi un cortile, si possa trovare nascosta e conservata tanta bellezza, creata da un valoroso artista verso la metà del 500, che non può essere se non Giovanni da Udine, il quale lavorò appunto nel Trentino. Questa sua opera grandiosa può considerarsi come un suo capolavoro. Fortunatamente essa è quasi incolume. Il tetto crollato per lo scoppio di una granata non giunse a schiacciare la robusta volta a crociera che resistette. Soli gli spigoli estremi dei pennacchi si guastarono per la umidità delle infiltrazioni e in parte cedette l’intonaco, che fu rifatto ripetendo nel modo più orribile la decorazione. La fotografia, che presento, è presa da un angolo rimasto incolume e basta, di per sè, a rendere testimonianza dell’eccezionale pregio dell’insieme (fig. 555). Dalla stessa chiesa di Caneve fu asportata e poi da noi recuperata, insieme con una pala moderna di mediocre valore (M. V. in trono fra due santi), una interessantissima predella di legno, rappresentante S. Girolamo in penitenza entro un paese montano con fondo di edifici architettonici, molto scrostata e guastata già allora, ma cosa che sembra doversi aggiudicare a scuola veneta e forse padovana della seconda metà del ’400 (1). TENNO. — Non trovo che la chiesa secentesca di S. Antonio ab., quantunque danneggiata, abbia perdute opere d’arte memorabili. Colpito e in parte distrutto fu invece il celebre Castello che ricordava, ancora bene conservato, l’assedio dato dallo Sforza al Piccinino e la romanzesca fuga di questo. Il torrione, pericolante, si dovette far saltare subito dopo la guerra. RIVA. — L’incantevole città non uscì, pur troppo, neppur essa incolume dalla guerra, e ne serba traccie dolorose tutt’ altro che cancellate. Già il Comando Austriaco, preoccupato dei pericoli che potevano incombere su di essa, aveva messe in salvo tutte le opere d’arte mobili delle chiese principali; ma ad alcune aveva dovuto rinunciare per la difficoltà dell’impresa. Così ad esempio, nel- 1 Oratorio di S Croce, trasformazione moderna non felice di più antico e pregevole edificio (8), 1 affresco : Invenzione della S. Croce del Craffonara, staccato dalla volta della chiesa e trasportato su tela a decorare, entro una assai pesante cornice, la parete dell’ altare, non potè per le sue eccezionali misure (m. 4,70 X 3.60) venire imballato e (1) Essa fu riprodotta nelle Mittheilungen cit. XV, pag. 202, fig. 218. (2) V. L. A. Baruffaldi, Riva Tridentina, Riva, 1903, pag. 24.