Il soggiorno clivin - Principi, aprite Le soglie eterne, e i cittadin novelli, Di gloria eredi, abbian tra voi la sede. Ai giusti allor, della miseria scevri D’ un guasto mondo e di corrotta terra, Luogo si assegna d’ogni gaudio in seno. 0 perfetta dimora! Or van timore Di perderla non turba il bel possesso. Che in durata e vigor non ha confine. Del commi Padre nel felice regno Son lor compagni i giusti ; e in armoniosa Voce co’spirti eletti, al Santo, al Forte Del mondo Redentor cantano l’inno Di gloria intorno al irono. Oli! quai trasporti Di piacer puro l’alma gusta allora, Ohe il lieto giorno con fiducia aspetta Di sua corona nel solenne istante, Quando la stirpe tutta, al grande invito Dell’angelica tuba, in vita nuova, Dalla terra negletta e dal sepolcro Dianzi al trono del Creator sia accolta Il giudizio ad udir di vita o morte. Guardali gli stolti, che ai terreni oggetti Volto hanno ogni piacer, de’giorni il corsi Di questi eletti qual stoltezza insana, E lor memoria, e loro fine oscuro. Frattanto essi di Dio son figli, e il luogo Hanno tra i santi, e tra i felici han sorte.