22 Che ricusò gustata appena. Or questi Nel nappo della vita il primo sorso Ritrovò troppo amaro. Il capo ei volse, Lo rigettò con fievol mano, e berne Oltre più ricusò. Qual’ altra mai Cagion di così ratta e pronta fuga Dal mondo aver potea? più grate a quello Di morte le contrade, e più tranquille Agli occhi suoi sembraro: ei volse il passo Diretto ad esse, nè passar gli piacque Per le dolenti anfratte vie di vita, Che a quel fin tra pochi anni avrianlo scòrto. Felice peregrini II tuo viaggio Cominci appena, ed al confin sei giunto. Però di te assai più felice e degno Di laude è quei, che le tempeste e i flutti Intrepido passò; nobile esempio Di pazienza e coraggio a chi lo segue. Fortunato fanciul, che senza prove, Senza contrasti sei al trionfo ammesso ; Tal ti diè privilegio il tuo Fattore. Neppur scossa leggiera, o debil urto Ti diero i mali, onde gementi e oppressi I genitori tuoi tuttora il pondo Sentono, e forse alla tua fredda tomba Di lagrime e sospir pagan tributo -Perchè piangono adunque? ignoran forse La tua felicità? Tu sei nel porto; Essi lottano ancor co’ fieri flutti Delle umane passion. Tu nella pace E nel silenzio or giaci; essi dì e notte,