— 31 - La Chiesa di S. Anna, annessa al Convento delle Clarisse, fu'costrutta tra il 1668 e il 1672 e decorata con affreschi da Antonio Scaggiaro ; poi restaurata ed abbellita di eleganti stucchi nel 1768. Gravissimamentei danneggiata, attende restauro. La chiesa pure secentesca di S. Francesco ebbe infranta la bella vetrata a colori, che risaliva alla costruzione stessa della chiesa; altre due vetrate, più piccole, collo stemma dei patroni co. Welsperg, furono messe in salvo dai frati. Non è poi meraviglia, se in mezzo a tanti pubblici danni, ne soffersero anche i privati. La famiglia Sette denunciò la perdita di parecchi quadri, tra cui una pala di Alessandro Maganza (1556-1641) : S. Agostino che comunica S. Francesco, di molte incisioni e di molti libri. Fortunatamente potè più tardi riavere i dipinti. Non così il sig. Carlo Tommasi, che aveva denunciata egli pure la perdita di sette tele di incerto valore. OLLE. — La Chiesetta curaziale di S. Antonio, eretta nel 1715 ed ampliata nel 1870, conservava tuttavia 1’ antico altare e parte degli antichi affreschi. Fu talmente battuta dall’ artiglieria che ora si dovette ricostruire quasi ex novo (fig. 516). TORCEGNO. — La Chiesa parr. di S. Bartolomeo ap., assai antica ma riedificata nel 1749. fu colpita da un proiettile vicino al campanile. Perdette, per ruberie, tre pale: una della Vergine del Rosario firmata Lampi ma col nome solo in piccola parte leggibile (pare Francesco) ; una della stessa mano con S. Antonio di Padova, e finalmente la pala dell’ altare maggiore firmata da Carlo Loth (1642-1698) e rappresentante il Martirio di S. Bartolomeo, ripetizione di altra esistente nell' arcipetrale di Borgo. Nella cappelletta, verso il Castello di S. Pietro, esiste una graziosa Madonna dipinta da Ferdinando Bassi trentino nel 1847 ; malamente arrotolata dai ladri per essere asportata, poi ricuperata a Innsbruck, subì gravi danni specialmente alla faccia, e attende restauro. RONCEGNO. — La Chiesa parr. dei SS. Pietro e Paolo, antichissima, era stata riedificata una prima volta nel 1514, poi una seconda fra il 1758 e il 1783 su disegni di un tal Bianchi (1). Fu colpita nell’abside e a metà della navata; le scheggie distrussero l’organo, ferirono i due affreschi laterali e guastarono il grande affresco della volta, opere tutte di Valentino Rovisi (fl778) di Moena (Val di Fiemme) (2). LEVICO. — Non ebbe gravi danni diretti, ma fu anch’ essa saccheggiata. Nel Giardino pubblico esistevano sette statue di arenaria (cave di Arco) figuranti divinità mitologiche : Ercole, Liana, Bacco ecc. Erano buona cosa, della fine del secolo XVIII, classicheggianti. I soldati austriaci le decapitarono e le mutilarono ; ora sono state rimesse a posto senza restaurarle, come giudiziosamente suggerì la R. Sopraintendenza di Trento. Dalla Chiesa arcipretale dedicata al Redentore e ai SS. Vittore e Corona erano stati asportati un messale del 1686, le carteglorie con miniature del XVIII sec., e il campanone; ma tutto si potè ricuperare a Vienna. Altro non pare ci fosse di artistico, essendo la chiesa della fine del secolo scorso. La Chiesetta di S. Biagio in colle ha molti e belli affreschi del XV sec., che furono guastati dalla soldatesca. Ora la chiesa è stata restaurata e gli affreschi sono stati consolidati (3). (1) Così dice il Brentari, op. cit., pag. 364, che non sa meglio identificarlo. (2) V. Fr. Ambrosi, Scrittori ed artisti trentini ; Trento, 1894, pag. 151. (3) V. Morassi in « Studi Trentini », 1925.