— 120 — fare, solo eccezionalmente, appena un cenno. Bronzi o statuine di marmo o rilievi, che gli aggiungessero pregio particolare, non pare che quel tabernacolo avesse. Delle pale I’ unica di qualche pregio, perchè attribuita al Palma giovane o alla sua scuola, era quella di cui io dissi; le altre erano roba anonima della prima metà dell’800. Al Capitolo Vii. FAGARÈ. — Da un altro recente articolo di mons. Chimenton (1) ricavo di nuovo questo, che la pala anonima dell’aitar maggiore con Maria Vergine, S. Marco e altri quattro santi risaliva a più addietro del 1635, perchè nella visita pastorale di quell’anno se ne parla indicandola come palla altaris bonae picturae cum imaginibus B. M. V. e Tini Marci Evangelistae. Ogni attribuzione però intorno a questo oggetto scomparso, che si vorrebbe fosse «di Girolamo da Treviso o di qualche suo scolaro», sarebbe oggi fantastica. FOSSALTA DI PIAVE. — Alle notizie da noi date mons. Chimenton in un altro suo articolo (2) aggiunge di nuovo che « le pareti del presbiterio erano state adornate nel 1902 con ricchi stalli in legno di noce scolpito, opera pregiata del sec. XVII provenienti dalla chiesa di S. Mauro di Noventa ». La torre ogivale, sopravvissuta alla guerra, fu poi abbattuta perchè pericolante. Al Capitolo Vili. RONCA DELLE. — In una pietra fissata ai piedi del presbiterio nel pilastro che è dal lato del Vangelo era una iscrizione trecentesca che si riferiva alla erezione, in data 20 luglio 1348, della cappella primitiva, da cui sorse la chiesa più volte rifatta. Ricuperata fra le macerie prodotte dalla guerra, si conserva anche oggi. L’affresco nella volta del coro era del solito prof. Santi, che abbiamo avuto più volte occasione di ricordare, e i cui disegni si conservano nel Museo di Murano (3). S. POLO. — Correggere Binaldi in Rinaldo o, se meglio vuoisi, in Vincenzo Rinaldo contemporaneo. Fra i resti della primitiva Chiesa di S. Polo, l’isp. cav. Carlo Magello (4) m’addita, come a me sfuggito, un fonte battesimale del sec. XV, uno stemma pure quattrocentesco dei Tolentino, e un altorilievo della Vergine murato nel granaio dell’agenzia del comm. Gioì. Egli poi aggiunge che non esiste a S. Polo la chiesetta di S. Rocco ma una di