— 126 — Palazzo Polcenigo-Gazzolini ora del Collegio di Toppo. Fu rubata durante l’invasione una pala della Crocifissione attribuita ad Andbea Meldoi.la (1). Palazzo Beretta. Questo palazzo dei conti Beretta, ora residenza del Circolo Unione, ha alcune sale liccamente decorate a stucchi, i quali incorniciavano tele a soggetti mitologici. Tutte le tele furono rubate dagli invasori. Rimasero solo nel soffitto del grande salone (fig. 585) il grande affresco centrale colla Caduta dei giganti e i due minori laterali con figure di deità sedute sulle nubi. Secondo il prof. Tiburzio Donadoni, questi affreschi sono da attribuirsi a Giulio Quaglia comasco, quello stesso che dipinse nel 1702 il soffitto del duomo di Gorizia e che nel 1698 affrescò in Udine il palazzo Antonini ora della Provincia, ripetendo sullo scalone di questo lo stesso soggetto della Caduta dei Giganti. Probabilmente anche le tele delle pareti, oggi in questa sala e nell’ altra sostituite da stoffe (fig. 586), appartenevano allo stesso artista. Anche tutti gli altri dipinti e le stampe antiche, che si trovavano in casa, sono andati perduti, compresa una Madonna col Bambino, su tavola, ritenuta cosa pregevolissima di scuola veneta (sec. XV?). Palazzo Torriani. Fu trafugato il codice Torriani della Divina Commedia (sec. XIV) contenente tre frammenti del Paradiso (cc. I-Vll intieri; c. XVI v. 10 al c. XXIII v. 63; c. XXIX v. 74 al c. XXX v. 24). Il codice, importante per l’età e per varietà del testo, era noto a tutti gli studiosi del poeta e fu più volte illustrato (2). È inutile dire quale grave perdita sia stata questa per il patrimonio bibliografico nazionale e per gli studi danteschi. Museo Civico. Il ritratto del Cancelliere Fiducio, decretatogli dal Comune nel 1608 e da me ricordato a suo luogo per essergli stata ritagliata e asportata la testa, era opera del pittore Secante Secanti o forse meglio Giacomo Secanti (3). Biblioteca civica. L’ egr. collega dott. G. B. Corgnali, direttore della Biblioteca, ci muove cortese appunto per le parole in lode di alcuni degli ufficiali nemici, le quali noi abbiamo testualmente riportate dal volume, non certo sospetto, di Antonio Batti-stella (4). Dei lavori di riordinamento e di catalogazione, che essi avrebbero compiuti, non è invece rimasta traccia; si hanno solo prove che i medesimi ufficiali avevano ripreso a far funzionare la biblioteca più che altro nell’interesse degli invasori. Invece in un primo tempo, come del resto il Battistella stesso dichiara, la Biblioteca era stata buttata all’ aria e i volumi rovesciati confusamente nel pavimento, sorte comune toccata alle altre minori biblioteche pubbliche e private della città e da noi a suo luogo accennata. Il prof. Antonio Del Piero poi mi scrive che molti volumi, tolti dalla Biblioteca del r. Istituto tecnico, da quella del r. Liceo ginnasio, da quella della Società Alpina e anche della Comunale, furono nel 1919 o 1920 trovati, nascosti con molta cura e studiata dissimulazione, in una casa vicino all’ingresso delle Grotte di Postumia, e di lì dal professore stesso e da un suo collega, per incarico del Preside del Liceo che ne era stato informato, ricuperati, riempiendone più che tredici casse, e riconsegnati quindi ai rispettivi proprietari. Con tutto ciò parecchie opere della Comunale rimasero introvabili; e tra queste (1) V. Bragato, Guida artistica, pag. 89. (2) Vedi in proposito: Fiammazzo A., / codici friulani della Div. Comm., Cividale, 1887, pagg. XL1X sgg. (3) Vedi Maniago, op. cit., pag. 106 e 275, n. 19. (4) Coronali, A proposito della Biblioteca Comunale durante la guerra, in « Giornale del Friuli » 29 luglio 1921.