— 98 — barocca foderata tutta, soffitto e pareti, di legno a ricchi intagli e in parte ad intarsi, con mobili e cornici di ugual lavoro; nelle cornici erano buone tele veneziane (fìg. 567). L’ arredo completo era stato fatto fare dal parroco don Ignazio Roveressi de Freiberg di Trento nel 1740, e portava scolpito nel centro del soffitto un grande stemma della sua famiglia. Era dello stesso tempo una grande bella stufa in terracotta. La camera andò incendiata per colpa, dicono, di soldati austriaci che vi dormivano sopra; a mano, altri invece dicono, degli arditi italiani che vollero snidarli di là. Ora fu rifatta il meglio possibile. Delle chiese dipendenti dalla decanale di Ossana furono incendiate quelle dei Santi Fabiano e Sebastiano e di S. Caterina in PIZZANO. Perirono in esse altari di legno intagliato e dorato e parecchie pale e quadri antichi di ignoti autori (1). Dopo di che crediamo di poter chiudere pure la dolorosa rassegna dei danni artistici trentini, che ha forse 1’ unico ma certamente non lieve merito di mettere in luce anche per la parte artistica il martirio di una regione eminentemente patriottica, martirio, in gran parte ignorato, sia perchè meno frequentemente ricordato nei Bollettini di guerra, sia perchè la regione stessa montuosa e in parte quasi nascosta attirò meno sopra di sè l’attenzione pietosa dei visitatori. Con ciò tuttavia non crediamo di non esser caduti anche qui in ommissioni e in dimenticanze. Poiché anche qui siamo costretti a ricordare quanto abbiamo detto a proposito dei danni per l’occupazione nel basso Friuli. In un paese, che fu quasi tutto, per la intiera durata della guerra, in potere del nemico occupante, aver notizia anche di tutti i danni dell’occupazione è quasi impossibile. I danni dell'occupazione, special-mente quelli privati, sono sempre i più difficili da conoscere e da identificare, lontani come sono sovente da ogni operazione bellica. Nè sempre le persone e gli enti danneggiati sono in grado o hanno voglia di riordinare i dolorosi ricordi e di elencare il perduto. Così, ad esempio, rivoltici al Conte di Thun - Welsperg per notizie intorno alle cose d'arte da lui perdute nei diversi suoi possessi, ne avevamo in cortese malinconica risposta dal suo magnifico CASTEL BRAGHERIO : «Oggi non mi ricordo più così bene «di tutti quegli oggetti, perchè ho cercato di dimenticare non avendo più la possibilità « di ricuperare le belle cose che si trovavano in casa ». Così da MEZZOLOMBARDO la sig. Laura de Varda nata de Filos chiedeva che la R. Sopraintendenza di Trento facesse ricerca di tre quadri ad olio da lei perduti: «uno «del ’500 su legno rappresentante il Trionfo di Davide, che ha in mano un'alabarda «(oche?) con la testa di Golia bellissima; l’altro una Maddalena nel deserto su marmo «di, credo, Sebastiano del Piombo (!); terzo Gesù Bambino nudo, sdraiato in terra, che «guarda verso Gerusalemme; ed anche un libro di araldica del ’500 con moltissimi «stemmi scritti in latino». E soggiungeva: «I quadri erano in una stanza dove ha abi-« tato un tenente di Bolzano per mesi, il quale ha comperato diversi oggetti antichi a « Mezzolombardo, avendo un negozio del genere. V’erano degli altri quadri, ma scelse. » Ognuno vede come riesca impossibile, con simili indicazioni, formarsi un’idea nemmeno approssimativa del pregio, se pur ne avevano, delle cose perdute. Così a FOLGARIA la Guida del Touring annota: «delle 1205 case 1100 furono dagli Austriaci saccheggiate». È probabile, è certo che opere d’arte o, per lo meno, mobili e oggetti antichi si trovassero nella maggior parte di esse, data l’importanza del luogo ; ma chi potrebbe tentare su accenno così vago, con speranza di buon esito, una ricerca lì dentro ? (i) Su la pieve, il castello e le altre cose notevoli di Ossana e dintorni v. Gio. Cicco-lini : Ossana nelle sue memorie, Trento 1917. In esso sono descritte le chiese di tutta la Valle di Sole da Malè fino al Tonale ed a Peio.