miserando. Anche qui nessun restauro fu fatto, tranne l’otturazione del foro, per cui entrò la granata, e le riparazioni alle finestre e alle imposte. Che si attende? Certo alla Sopraintendenza, tanto solerte e benemerita dei monumenti trentini, non può mancare la buona volontà ; ma, se scarseggiano i mezzi, Governo, enti locali, privati devono concorrere al più presto a togliere tale spettacolo. Non fosse altro, Riva è luogo di soggiorno di forestieri da ogni parte del mondo, e i commenti, in verità, non possono essere a noi favorevoli. I soli quadri, alcuni dei quali di pregiatissimi autori, tra essi un Pai.ma giovane, furono salvi, ma non per merito nostro. Anche una fontanella di bronzo con quattro figure e mostri diversi, notevole oggetto più classico che barocco, che apparteneva alla chiesa, fu da noi ricuperata a Vienna; ma fu posta ad ornare il Museo di Trento. Purtroppo invece non è possibile elencare i danni sofferti dalle raccolte artistiche comunali perchè non esiste un inventario, e il Catalogo, a cui attende il prof. Cerrina, procede per diverse ragioni assai lentamente. Pare tuttavia che i quadri e gli oggetti d'arte nonché le pergamene dell’antico archivio siano stati tutti o quasi tutti ricuperati; ma non possiamo esserne sicuri perchè quadri e oggetti sono tuttavia accatastati col maggior disordine in una delle sale superiori della rocca, non sapendosi dove collocarli. MOLINA DI LEDRO e LEGÒS. — La Chiesa curaz. dedicata a S. Vigilio, era stata riedificata nel 1772. Fu colpita nel 1915 una sola volta nella facciata nord, e le conseguenti infiltrazioni d’acqua guastarono gli stucchi assai fini che si dovettero rifare in gran parte. Anche gli affreschi delle due campate della vòlta e del presbiterio ebbero bisogno di restauro. Questi affreschi, parte policromi parte monocromi, ma tutti evidentemente della stessa mano, rappresentano V Assunta, V Adultera, la Consegna delle chiavi, i Padri della Chiesa e sono firmati e datati nel primo comparto giorgio tellie • pinzit. 1772, nome del tutto ignoto, se non erro, nella storia dell’arte. Il paliotlo di marmo secentesco, col rilievo della SS. Trinità, della chiesa di Legos (1633) fu portato via nè più recuperato; recuperata fu invece la pala dello stesso soggetto, che era stata portata a Brescia. Della Chiesa di S. Francesco di Paola in frazione di Molina fu rubata la pala anonima del Santo titolare. PIEVE DI LEDRO. — Due volte, a distanza di più giorni, sono stato a Pieve senza avere la fortuna di trovarvi il parroco; anche una lettera rimase senza riscontro. Non ho potuto quindi controllare le impressioni avute nelle mie visite sul posto. La Chiesa parr. dedicata all’Annunciazione, antichissima, fu riedificata tra il 1640 e il 1650. È ad una navata con cinque archi e cinque altari per ciascun lato. Fu gravissimamente colpita ed ora è tutta legata da catene. Ebbe demolita la volta, che però era priva di decorazioni, mentre il cornicione e gli angoli curvi degli altari erano ornati da stucchi barocchi con figure di alto rilievo ora in gran parte fracassati. Ai due primi altari mancano parte delle cimase e le pale; anche una terza pala non esiste. Che cosa rappresentassero e di che autori fossero non mi fu dato sapere. Guastati pure i paliotti. La statua marmorea settecentesca di S. Pietro sull’aitar maggiore e due grandi statue barocche di stucco ai lati dell’arco trionfale sono mutilate alle mani. LOCCA, LENZUMO, BEZZECCA. — Non mi consta che queste chiese, pure guaste, possedessero opere d arte di qualche pregio. Quella di Bezzecca era stata costrutta nel 1859.