- 139 — GEMONA. — Duomo. La campana, che porta nel collare la data MCGCCXX1I e la terzina dantesca : Virgine madre figlia del tuo figlio — umile e alta più che creatura — termine fìxo de lo eterno consegio era stata requisita dai nemici (1). Precipitata dalla torre il 29 gennaio 1918 insieme colle altre, rimase sola incolume e con meraviglia dei presenti resistette anche ai potenti colpi di maglio; solo ebbe spaccate le treccie. Essa conserva qua e là le sfregiature prodotte dai colpi e dal trascinamento (tig. 599). L’arciprete mons. Giacomo Schilizzo riuscì, due mesi dopo, a farsela restituire in considerazione del valore storico di essa; e insieme riebbe altre due campane: quella di S. Maria delle Grazie colla data 1498 e la piccola del duomo colla data 1540. Fig. 597. — Cosa (Spilimbergo) - Palazzo Attimis - Maniago (le rovine). Al Capitolo XI. MARIANO. — Il sig. Pre Tite Falzari di S. Pier d’Isonzo, rivedendomi gentilmente le bucce (2), mi attribuisce però un errore che non esiste. Secondo lui ho errato scrivendo che la vecchia chiesa fu demolita nel 1700. Invece io scrissi : fu demolita nel ’700. Per l’uso italiano dello scrivere, 1700 indica l’anno preciso, ’700 più largamente tutto il secolo. Infatti la chiesa fu cominciata a demolire nel 1756. Prendo poi nota (1) Vedi in proposito lo scritto di Antonio Tessitori in «La Panarie» marzo-aprile 1931. (2) Note di Storia locale, in « L’Idea del popolo» di Gorizia, nn. 41-42, 11 e 18 ottobre 1931. In questi due suoi articoletti, oltre alcune minute aggiunte e correzioni che qui riferisco e di cui lo ringrazio, Pre Falzari mi segnala altre cose interessanti sì ma che al mio tema, ristretto (se si può dire così di questo enorme campo) ai Danni artistici di guerra, non s’ addicono, e che quindi devo trascurare.