MEDITAZIONE DECIMATEhZA SULLA VANITÀ DELLE ISCRIZIONI. Pria di lasciar la nobil tomba, e il fasto Guerrier di quel ch’estinto ivi giacea, Dissi a me stesso: o tulle e vana usanza Di tributar 1' imiti 1 fasto a quelli, (’he insensibili or sono, e in larghe cifre Del tempo ad ruta e dell’obblio, che tutte Sparge le cose, voler far perenne La ricordanza lor! Dunque l’orgoglio Teme trionfar d’ umiliazion nel seno? Queste pietre scolpite e questi marmi, Che all’ambizion formò scalpello industre, De’mausolei la studiata pompa Potrà forse involarsi al tempo edace? Scarsa mercede è figurato sasso A lunga serie d’ opre memorande, A magnanime imprese. Ali, assai più saldo Viver dovria de’ cittadin nel petto Dell’ eroe la sembianza, e 1’ alte gesta Per dolce tradizion di padre in figlio 6