CAPITOLO XV. I danni dell'occupazione a Trento La fronte trentina si presenta all’osservatore in condizioni affatto diverse da tutte le altre che abbiamo Ano ad ora considerate. Invece che essere segnata con una linea retta più o meno irregolare secondo 1* andamento di un fiume dividente le due forze avversarie, come nel caso del Piave o del Tagliamento o dell’Isonzo, o secondo l’offrirsi di un unico ostacolo in un compatto nodo montano come nel caso dell’altipiano dei Sette Comuni, la fronte Trentina appare divisa e quasi irradiata lungo il corso di liumi o torrenti diversi e contro l’ostacolo di numerose catene montane dominanti le valli per le quali è obbligatorio il passaggio. La Valsugana col Brenta, la Val del Leno divisa nei due rami di Vallarsa e di Terragnolo, la Val Lagarina coll’Adige, la Valle del Sarca che sbocca nel Garda, la Valle del Chiese che sbocca nel lago d’idro, la Val del Ponale che si allarga nel lago di Ledro costituiscono altrettante vie interne e convergenti verso Trento, attraverso le quali non è possibile procedere se non si è padroni delle alture. Più su, da occidente, la Valle del Vermiglio per il Passo del Tonale punta su Bolzano, e da oriente la valle di Livinallongo per il Passo del Pordoi e la Valle del Cismon per il Passo di Rolle mirano di lontano pure a Trento. Quando 1’ Austria nel 1866 volle tenere per sè il Trentino, ben sapeva di conservare come un immenso campo trincerato, che si incuneava nella pianura veneta e nel quale le vie radiali, partenti dal centro tutt’ intorno verso la periferia, comunicavano fra loro per numerose vie trasverse costituite da valli minori tutte incassate fra alte montagne. Da ciò la necessità nostra di chiudere il nemico nel suo campo, accerchiandolo e aggredendolo da ogni parte, così da obbligarlo a difendersi di fronte e ai fianchi e alle spalle; ma pur da ciò la facilità sua di parare per vie interne i colpi da qualunque parte gli venissero. Su tale particolare costituzione della fronte e sul conseguente spezzettamento della lotta e dei suoi effetti deleteri abbiamo creduto di dover richiamare 1’ attenzione del lettore, affinchè egli possa seguirci nelle nostre peregrinazioni in apparenza talvolta errabonde e saltuarie, e nel nostro spostarci all’intorno da oriente verso occidente per vie convergenti. Ci soccorsero anche qui pubblicazioni varie o di indole generale o di contenuto particolare o locale. Tra le prime sono da ricordare i due volumi austriaci delle : Mit-teilungen der kk. Zentral - Kommission fùr Denkmalpflege, pubblicati a Vienna il primo nel 1916-17, il secondo nel 1918 ; e gli altri due tedeschi di Paul Clemen : Kunstschutz Un Kriege, dovuti a una numerosa schiera di collaboratori e pubblicati a Lipsia nel 1919 ; nei quali tutti si elencano i provvedimenti adottati dai due eserciti alleati per il salvamento delle opere d’arte e si pubblicano elenchi e fotografie di danni arrecati dagli eserciti nostri. Naturalmente, di contro ai danni da noi forzatamente compiuti, che pure NB. Continuazione; vedi Quaderno LXVII-1931.