- 110 — « binato contro un Bacio (l’amore di scuola bolognese ma orribilmente maltrattato dai... « (¡1 resto non si decifra) ». Ma 1’opera di piìi alta importanza e ridotta nel peggiore stato di tutte è un dipinto cinquecentesco Adultera (m. 1.70 X 1-20 c.) finora ignoto agli studiosi, che era già prima rovinato e che quindi ebbe ancor più a soffrire dalla guerra, talché si stacca tutto dalla tela. Il Redentore ha perduti gli occhi; non rimane intatta che la mezza figura dell’Adultera e una di un Fariseo, questa veramente bellissima (fig. 576). Non temo di errare aggiudicando quest’opera al Moretto da Brescia (1498-1555), di cui rivela nei tipi, nel disegno, nel drappeggio, nel colore tutti i caratteri; e faccio voto che essa venga salvata almeno in quelle parti che ancora rimangono. Incolumi non rimasero che due notevolissimi grandi quadri: l'uno: Lotta di capponi in paese, e l’altro: Pecore in paese, attribuiti a Salvator Rosa forse per confusione con Filippo Roos o Rosa da Tivoli (1655-1705). Ricchi di colore e di forza, non si sarebbe forse lungi dal vero assegnandoli invece al principe di tal genere di pittura, a Giovanni Benedetto Castiglione (1616-1670). Si salvarono anche perchè di minor pregio, alcuni ritratti di famiglia, opera del-1’ ottocentista Giuseppe Gallo Lorenzi sopra ricordato e di Antonio Paoletti (n. 1833). Depauperata infine fu una preziosa antica collezione di conchiglie, che era stata messa insieme circa un secolo fa dal nob. Domenico De Manzoni (1). FOLL1NA. — La chiesa abhaziale cistercense di Foliina, eretta fra il 1308 e il 1338, di stile di transizione romanico-gotico dalla bella torre romanica, ebbe una granata nella facciata sull'arcale della porta maggiore, il cui danno si limitò all’apertura non completa di una breccia (fig. 577). Il grazioso chiostro fortunatamente fu salvo. ALANO. — Nella Chiesetta di S. Vittore esisteva una Madonna in legno intagliata dal Brustolon ; essa scomparve durante la guerra senza che nulla più se ne sapesse. Certamente fu asportata dal nemico. Si noti che la chiesetta fu bensì colpita ma non abbattuta. COVOLO DI PIAVE. — Mons. Chimenton in un suo articolo si occupa di Le Opere scomparse e la nuova porta del Titolare di Covolo di Piave (2), ma nulla aggiunge a quanto da me fu detto. Le pale della chiesa (un’ Assunta, una Madonna della Cintura, una Madonna con S. Pietro e altri Santi) erano anteriori al 1775, essendo elencate nella visita pastorale di quel tempo; ma nulla si sa esattamente nè del loro tempo, nè degli autori, nè del pregio. Al Capitolo VI, CORNUDA. — Chiesa arcipretale. Da una recente pubblicazione dello stesso mons. Chimenton (3) ricavo che un altare di legno intagliato e dorato, che andò distrutto, non era del sec. XVII, come qualcuno sul posto mi aveva detto, ma moderno. Col muro del prospetto del coro crollò un affresco colla figura di S. Martino, opera non di un De Sanctis, come erroneamente egli ripete, ma di quel Sebastiano Santi, che dipinse a Saletto, a (1) Veggasi : Catalogo di una collezione dì minerali e di un'altra di conchiglie viventi ostensibili nella villeggiatura De’ Pati presso il nobile D. comm. De Manzoni ; Padova, 1845. (2) In « L’ Avvenire d’ Italia », 2 agosto 1929. (3) Scempio di opere prodotto dalla guerra nell’ arcipretale di Cor nuda, in «Vedetta fascista » 1 febbr. 1931.