88 COMMEMORALI, LIBRO I. al seguito di Ferrando figlio del re di Maiorca, che veleggiava con tre galee ed altro legno da Romania in Sicilia, giunse in Negroponte, ove, ottenuta dal bailo veneto licenza di passare pel canale del ponte d’essa città, furono assaliti da 11 galee ed una nave venete comandate da Giovanni Querini e da Marco Negrotto, con morte di vari di loro, e con perdita per parte del Muntaner di oltre 25000 onze d’ oro in danaro, gioie ed altro, eh’ egli aveva su una delle galee chiamata Spagnola. Prega il doge di provvedere al risarcimento! Data a Messina (v. n. 375). 375. — 1308, Agosto 9. — c. 129. — A nuova richiesta di Guglielmo Mi-chaelis (v. n. 374), il doge dà la stessa risposta, protestando non esser colpa sua se il richiedente rifiuta 1’ offerta giustizia, trascurando d’ ottenerla nelle forme giuridiche. Fatto nel palazzo ducale di Venezia. — Presenti: Tanto cancellier grande, Donato Lombardo e Bassano scriv. due., ‘e Lorenzo de Gheciis cancelliere di Corone e Modone. — Atti Benincasa de Gheciis. 376. — 1308, ind. VII (sic), Agosto 18. — c. 131. — Capitolare (statuto) della scuola (confraternita) di S. Maria madre di misericordia, deliberato nella fondazione di essa dai suoi membri sotto il priorato di Pietro Civrano, ed approvato dal doge e dai consiglieri Marino Zorzi, Marino Foscarini, Tomaso Barbarigo, Nicolò Zane, Ranieri Cornaro ed Angelo Bembo. Consta di 34 capitoli risguardanti la costituzione interna della società, i diritti e gli obblighi dei membri, senza però che vi si scorga alcuno scopo speciale oltre le pratiche di religione. 377. — (1308), ind. VII, Settembre 11. — c. 133. — Risposta del doge a Guar-nieri de Falco ed a Iacopo de Bonomo ambasciatori del comune di Treviso. Venezia procurerà di prendere i malfattori che andarono uccidendo e derubando nel trevigiano e li consegnerà; prima di consegnare certo.Muto, detenuto in Venezia a loro richiesta, vuole provata la sua reità ; accetta 1’ elezione di due arbitri per parte, i quali, coi guardiani dei predicatori e dei minori delle due città, stabiliscano un accordo per far cessare le rappresaglie concesse ai veneziani contro i trivigiani; circa la proposta di trovare un modo di procedura nelle questioni di diritto internazionale che renda possibile 1’ evitare le rappresaglie, dimostra, col descrivere la maniera usata in Venezia nell’ accordarle, essere abbastanza guarentita la giustizia ; dice che tuttavia non respingerà proposte in argomento. V. Minotto, Due. ad Seìunum ecc., 105. 378. — 1308, ind. VI, Settembre 15. — c. 133. — Bamberto vescovo di Castello intima al doge ed al suo consiglio di non impedire, anzi di coadiuvare a tut-t’ uomo F opera di Arnaldo abate di Tulle, diocesi di Limoges, e di Onofrio de Trc-bis decano di Meaux, nuncì della S. Sede, pel riacquisto di Ferrara e del suo distretto. Il doge risponde avere Venezia sempre giovato in quanto potè la chiesa romana (v. n. 385).