258 COMMEMORIGLI, LIBRO IL pone da Mantova dottori di legge, Rolandino de Belvisio dottore di decreti ed Armano degli Agazoni professore di leggi, dichiarano che il patriarca di Grado, il vescovo di Castello ed il primicerio di S. Marco devono sospendere la publicazione delle scomuniche lanciate da Ademaro Targa decano di Tulle commissario papale contro vari nobili e cittadini veneziani, incorsi nelle pene canoniche per aver portato merci proibite in Egitto ed agli infedeli. Ciò dichiarano unanimi davanti ai consiglieri ed ai capi di XL. Fatto nella cancelleria ducale di Venezia. — Testimoni: Nicolò Pistorino can-cellier grande, Andrea da Cavarzere e Nicolò di Marsilio. — Atti Iacopo del fu Giovanni notaio imperiale e scrivano ducale (v. n. 361 e 415). 407. — 1324, ind. VII, Agosto 27. — c. 190 (189) t.° — Il doge, i consiglieri Filippo Bellegno, Balduino Delfino, Marco Landò, Paolo Trevisano, Giovanni Zorzi e Iacopo Gradenigo, i capi di XL Nicolò Betani, Bisino Contarmi e Nicolò Pesaro, gli ufficiali al sale da mare Berti Loredano, Marino Celsi e Marco Buono, in virtù degli allegati A e B, cedono in nome del comune di Venezia ad Ungarello Natale di S. Felice, a mastro Bonacato degli Albarisani chirurgo, a Pietro Maniga, Iacopo Tempesta e Menico Dazo da Chioggia, i quali tre ultimi cedettero il loro diritto ai due primi, il terreno detto Foresto, alle condizioni espresse negli allegati. Fatto nel palazzo ducale di Venezia. — Testimoni : Nicolò Navagero di S. Agostino, Nicolò Trevisano di S. Benedetto, Giovanni Nicolò Michele di S. Samuele ufficiale di Levante, Nicolò Pistorino cancellier grande, Benincà de Gheciia di S. Trinità, Iacopino de’ Piacentini di S. Salvatore, Andrea da Cavarzere di S. Moisè, Lorenzo del fu Giovanni de Lorenzo di S. Basso, tutti e quattro scrivani ducali. — Atti Marino Benedetto notaio imperiale e scrivano ducale. Allegato A: 1320, ind. IV, Settembre 11. — Parte del maggior consiglio che concede agli ufficiali al sale da mare la facoltà di alienare il Foresto, cioè il territorio compreso fra le sponde dell’ Adige e del Brenta, dalle Bebbe in su, salvi i diritti di caccia e di pesca dei terzi, a Pietro Maniga, Iacopo Tempesta e Menico Dazo da Chioggia, con facoltà di far molini nel luogo detto la Badoera ed altrove, nonché terrapieni e scavamenti, e di cavare a loro spese un canale navigabile dalle Bebbe a Venezia. I salinieri faranno fare una fossa, che porti Tacque dell’ Adige nelle valli di Cavarzere, la quale sarà mantenuta dai cessionari suddetti, come pure il canale che da Venezia va a Chioggia. Allegato B: 1324, Agosto 12. — Parte del maggior consiglio. Sia ceduto il Foresto ai cinque nominati nell’ istrumento qui sopra, colle condizioni dell’ allegato A, più che i cessionari provvedano alla manutenzione del canale delle Bebbe, sotto la sorveglianza dei salinieri. Si stabiliscono i confini del Foresto, che sono : tutta la riva del Brenta appartenente a Venezia fino a Tumba de Lorenzana di Matteo Vilizone, dal lato delle Bebbe ove queste entrano in Brenta fino a S. Lazaro sull’ Adige, lungo la riva di questo fino a Bebbe vecchie ; e di là in retta linea alla Tumba suddetta. V. Minotto, Doc. ad Ferrariam ecc., II, 88.