doge: PIETRO GRADENIGO. 35 n. 359). Venezia è contenta che la navigazione del Po resti libera alle merci verso il pagamento dei diritti usati prima della distruzione di Poniedesolo ; ma non può fare che i cremonesi vi consentano ; tenterà solo di ottenere che possano essere scaricate le merci nel parmigiano senza ascendere al ponte del Po; acconsente che Parma imponga pedaggi quando i cremonesi ne imponessero in qualche luogo tolto a quella ; ma non permetterà che i veneziani paghino nuove gravezze, e ringrazia dell’ offerta di abolirle tutte. Non ha nulla in contrario al trasporto delle merci per terra, purché sia libera la via d’ acqua. Spiacque a Venezia il danno recato in mare da Guglielmo Confalonieri a Iacopino da S. Michele ; ma il mare non è nel distretto di lei ; tuttavia farà quanto può per ottenere la liberazione dei bresciani detenuti a Ferrara, ed il compenso al suddetto preso con essi (v. n. 309). V. Minotto, Doc ad Ferrariam ecc., I, 40. 361. — s. d., (1308, Marzo), — c. 123. t.° — Giustificazioni prodotte al doge da Pietro sottodecano di Chartres, in nome di Carlo d’ Angiò, per non aver posto fine, com’ era d’accordo, ai negoziati con Venezia per il di lui passaggio in Romania ; con richiesta di tener sospeso 1’ affare fino alla ventura S. Maddalena in Luglio. Allega la malattia e la conseguente morte della moglie del principe (11 Ottobre 1307); la guerra dei fiamminghi e degli inglesi contro la Francia terminata ai primi di Febbraio, al qual tempo Carlo condusse sua nipote, figlia del re, in isposa al re d’Inghilterra ; il processo, contro i Templari durante il quale la presenza del principe fu reputata necessaria presso il re suo fratello ; la chiamata del re e del principe per la mezza quaresima a Poitiers presso il papa per istabilire il passaggio in Romania. Ivi pure si terminerà 1’ affare dei Templari. — Il sottodecano ha facoltà di trattare circa la custodia del mare fino al passaggio, e circa i compensi se non venisse effettuato (v. n. 308). 362. — s. d., (1308, Marzo,) — c. 124. — Ducale con cui, a richiesta di Carlo d’ Angiò, gli si rimette 1’ elenco dei danni dati a’ veneziani da Ranieri de’ Grimaldi e compagni, pregando ne faccia pagare il compenso al sottodecano di Chartres e punisca il Grimaldi (v. n. 363). 363. — s. d., (1308, Marzo). — c. 124. — Ducale a Pietro sottodecano di Chartres. Gli si comunica il tenore della precedente, e lo si prega d’ incassare il denaro e di rimetterlo a Venezia (v. n. 362). 364 — (1308), ind. VI, Aprile 10. — c. 124 — A Princivalle di Guariento, inviato dal comune di Vicenza, il quale aveva dichiarato che gli appaltatori del dazio del sale in quella città volevano rompere il loro contratto col comune perchè Venezia non ne forniva in quantità sufficiente, il doge risponde: esser vero che Venezia diminuì la quantità del sale da lei fornita a varie città di Lombardia ; avere i sali— nieri di Chioggia avuto ordine di darne largamente a Padova e Vicenza; ma in seguito ad abusi della prima, che ne cedette ai veronesi, fu disposto che fosse dato il solo necessario. *