PREFAZIONE tosi più tardi in quello di segretari, appartenevano ad una casta quasi costituente una nobiltà secondaria, esperti degli affari della publica amministrazione, della diplomazia, delle leggi, culti, alcuni anzi di bel nome nelle lettere, incaricati non di rado di negozi ardui e delicati. E bastino i nomi dei Tanto, dei Caresini, dei Ravignani, degli Ottobuoni, dei Padavin ecc. ecc., e gli esempi delle missioni affidate a Marco Siboto, a Giovanni di Marchesino Egizi, ad Andrea Rizerio da Cavarzere e ad altri, ricordate in questo primo tomo e che si troveranno negli altri. I notai veneziani del medio evo, tra i quali sceglievansi gli scrivani della Signoria, si mostrano nei loro atti molto più culti dei loro colleglli contemporanei di quasi tutte le altre provincie venete, come attestano migliaia di pergamene del nostro Archivio di Stato, delle quali quelle scritte in Venezia sono le meno barbare e per la lingua e per la forma. La parte relativamente moderna dei Commemoriali ha in generale un’importanza di molto minore dell’ antica, ma questo è, si può dire, naturale. Insti-tuite mano mano nuove magistrature, create nuove serie di atti, molti di quelli che dapprima s’inserivano in quei libri trovarono altrove il loro posto ; regolatosi il servizio degli archivi dello Stato, perfezionatosi fino a diventar modello il servizio diplomatico, si resero meno probabili le dispersioni e gli smarrimenti degli atti, più sicura la conservazione degli originali, sicché il provvedervi con copie in registri non fu più una necessità. Poi succeduta ai Patii la nostra serie come collezione capitale degli atti solenni, appunto allora che Venezia incominciò ad entrare più intimamente nel concerto degli Stati europei, e ad aver con loro maggiori interessi e relazioni più seguite, e d’un ordine più elevato delle semplici commerciali, vi si inserirono documenti in • generale molto più noti di quelli contenuti nei volumi più antichi, e per la loro attinenza alla storia generale, e per la maggior diffusione della cultura, e pel maggior numero di coloro che s’interessavano delle cose publiche, e pei progresso delle scienze che cambiarono le cronache in istoria. E qui a maggior prova della già riconosciuta importanza dei Commemoriali citiamo fra gli scrittori che più ne approfittarono : il prof. A. S. Mi-notto che la dimostrò in una dissertazione letta al patrio Ateneo (7) e ne die’ saggio nelle sue publicazioni di documenti relativi al Friuli (8), al Ferrarese e al Polesine (9), al Trivigiano e Bellunese (t0) ; quindi il Ljubic ("), il Mas-Latrie ('■), lo Schafarik (l3), il Langlois (u), il Brown (l5) e l’Hopf (,6) che nei suoi lavori sulla storia dell’ evo medio greco ne trasse largo profitto ; a tacere per brevità d’altri molti.