•90 Che sì gli oppresse. Come sparve il vànó Decoro! Come infrante le corone Son, che su fronti superbe un dì brillavo ! Queste traccie di gloria io più non scorgo. Veggo però sull’ insensibil marmo Conservate le traccie, armi prostrate, Laceri scudi e funebri vessilli, Quasi in trionfo de’ prostrali schiavi. Ecco tutto‘il corredo, onde al sepolcro Seguiti fur questi padron del mondo. Rammenti pur celato marmo il sangue De’ monarchi diffuso, ed il lignaggio D’ eroi. Tutto qua giù perde ogni dritto; Cesse ogni cognazion, cesse ogni lega, Fuor che coi vili insetti. Ad essi intima Ed alla corruzion la nuov’ alleanza, Tu sei, o corruzion, tu sei mio padre; Vermi, mia madre e miei germani siete. 0 verità, che umigli! Ah, puoi tu sola Mitigare nell’ uom la sete ardente Di bugiarda grandezza. Il vano fumo D’illusion con bei color dipinge Gli oggetti suoi, che il folle mondo ammira. Qual leggiero vapor tutte riceve Le fugaci beltà, che in lui riflette L’insensato desio; ma basta un soffio La nube a dileguarne; Ecco la morte Ne scioglie il debil gruppo, e in un istante Si dirada la nube, e il ver pompeggia, Onori allor che siete? Un sogno vano. Grandezze? Dignità? Bolla leggiera