DOGE: PIETRO GRADENIGO. 17 V accoglienza fattagli dal re d’Ungheria che lo inviò a Roma per ottenere 1’ arcivescovado di Strigonia a frate Antonio, e gli promise mandare 1000 lire per l'affare di Brondolo ; dice che il re sapeva l’arrivo del nipote di re Carlo ; che Turco, figlio del Morosini, aveva sposato la figlia del bano Enrico ; che molti baroni, vescovi e l’arcivescovo di Colocza sono col re, il quale ebbe dal re di Germania promessa di soccorsi contro i baroni ribelli ; che il re vuol venire in Italia nel prossimo anno ; che fra il patriarca d’Aquileia e Gerardo da Camino è guerra. Nella lettera nomina Gerardo de’ Castelli e Verona. (Incerto per lacune.) — Data a Venezia (v. n. 05). V. Minotto, Doc. ad Belunum ecc., 86. — Liubió, op. cit., III, 433 con data 1300. 65. — (1301), Ottobre 25. — c. 25. — Pietro de Bonzano di Treviso, procuratore di Andrea re d’Ungheria presso la S. Sede, partecipa allo-stesso il suo arrivo in Roma il 3 Ottobre ; d’ aver consegnato al papa, giuntovi da Anagni, il danaro ; d’ aver deposto presso i Mozzi di Firenze 4500 fiorini d’ oro ; aspettare Pietro Contarmi per definire affari di certo vescovo ; essere stato il nipote di re Carlo mandato ad partes illas (in Ungheria?) contro il volere della S. Sede, ed andar male le cose di Sicilia ecc. (Il resto, come nella precedente, si rileva a stento.) Data a Roma (v. n. 77). V. Minotto, Doc. ad Belunum ecc., 86. — Liubiò, op. cit, III, 434 con data 1300. 66. — (1301), Ottobre 26. — c. 1'. — Il notaio ducale Benincà (de Ghcciis) dichiara d’ aver consegnato, d’ ordine del doge, ai procuratori di S. Marco, onde lo custodissero a disposizione del comune, un sacco di monete, sigillato, che Marco Michele ebbe da galee siciliane. 67. — 1301, ind. XV, Ottobre. — c. 11. — Rizzardo giudice scrive a suo fratello P. da Brindisi, consigliere del re di Cipro, eccitandolo ad impetrare una diminuzione del dazio del sale a favore dei veneziani. V. Mas-Latkie, Histoire de l’ile de Chypre ecc., II, doc., p. 99. 1301, Novembre 27. — V. 1302, Gennaio 1. 68. — 1301, ind. XV, Novembre 29. — c. 24. — Aggiunte e correzioni proposte dal doge alle convenzioni già esistenti fra Venezia e Brescia, per la riforma chiestane da Iacopo de Arigaciis ambasciatore di quel comune, tutte relative al commercio del sale e di transito (per la strada francisca — di Francia) (v. n. 72). 69. — 1301, ind. XIV (sic), Novembre 30. — c. 10 t.° — Avendo frate Antonio, inquisitore nella Marca Trevigiana, intimato al doge (il 21 Nov.) di giurare lo costituzioni papali ed imperiali relative all’ eresia, il principe offre di farlo giusta le bolle concesse a Venezia da papa Nicolò IV ; ma, opponendosi le dette costituzioni alle leggi venete, chiede tempo a consultarsi, che fu accordato. Fatto nel camino maggiorerei palazzo ducale di Venezia. — Testimoni: fra Nicolino da Modena, frate Alberto da Novara, fra’ Paolino lettore da Venezia, fra a COMMEMORI ALI, TOMO I.