doge: PIETRO GRADENIGO. 83 351. — s. d., (1307). — c. 109. — Belletto Giustiniani duca ed i consiglieri di Candia, rispondendo al doge che aveva loro ordinato di risarcire Andrea Gornaro Comarolo per la distruzione del casale di Lombaro decretata dal consiglio dei feudatari (v. n. 349), espongono che il consiglio generale non ne volle sapere, e mandano la distinta dei danni patiti dal Gornaro (v. n. 352), con modificazioni ed osservazioni (v. n. 353). • 352. — s. d., (1307). — c. 109. — Distinta (in dialetto) delle rendite che Andrea Cornaro ricavava annualmente dal casale Lombaro, ascendenti a perperi 744, derivanti da dazi e corrisponsioni de’ villani, in danari, grani ed animali ; da un molino, da fitti di giardini, da prodotti di lino, cotone, vino, frutta e pascoli. — Danno per devastazioni, perperi 750 e più (v. n. 351 e 353). 353. — s. d., (1307). — c. 109 t.° — Il duca ed i consiglieri di Candia determinano il danno avuto dal Cornaro (v. n. 352) pel guamimento del feudo di Lombaro, cioè per mantenimento di 10 anni di un cavallo d’armi, un ronzino, due scudieri ed un socio, a perperi 1000 ; più per le rendite ed effetti perduti perperi 1050 (v. n. 354). 354. — s. d., (1307). — c. 109 t.° — I feudatari di Candia scrivono al doge, avere il duca letto in gran consiglio gli ordini di Venezia relativi al risarcimento di Andrea Cornaro (v. n. 351) ; ma credere non doversi alcun compenso. Ricordato come il duca abbia stabilito il risarcimento (v. n. 353), insistono esser esso ingiusto e contrario alle consuetudini, e se si hanno a risarcir danni, si deve farlo prima col comune di Candia (v. n. 355). 355. — s. d., (1307). — c. 110. — Andrea Cornaro Comarolo scrive pregando il doge di non approvare le riduzioni fatte dal duca in Candia alla stima dei darmi di Lombaro da lui presentata (v. n. 353) ; allega copia dei due documenti. % 356. — s. d., (1307). — c. 115 t.° Distinta delle somme reclamate dal re d’ Armenia per. danni recati ad esso ed a’ suoi dalle genti delle galere venete d’ Andrea Sanudo e Paolo Morosini, che avevano preso il castello di terra di Laiazzo. Per baldacchini ed oggetti del re, dirhem (deremi) 18535. Armi tolte all’ arsenale (gazena) d. 1095. Pagati dal re al Sanudo ed al Morosini, per le galee e per 1’ ambasciata da quelli inviatagli d. 6757. Perdite di sudditi regi : Rita donna, in vari oggetti di vestiario, arredi di casa e suppellettili che si descrivono coi rispettivi valori, d. 490 ; Giorgio Guardiani, simile, d. 340; Tlioros Ioacliim, simile, d.268; Thorospaidar (maniscalco), simile, d. 351 ; Stefano Cosseri, simile, d. 295 ; Gregorio Gazar, in denaro, armi ed oggetti preziosi, d. 189; Bindo Seccamarenda (console pisano), arredi, denari ecc., d. 1134; Bertucci, simile, d. 14; Cosso de Argenta, pisano, simile, d. 161; Dama Margherita, simile, d. 312; Vasilli prete, simile, d. 576; lamia Zacliii, per armi, d. 29; Ochin signore di Gaban, fratello del re, per canoni apautatoribus ed attrezzi, d. 32; Herucho per