doge : Pietro gràdenigo. 97 doge risponde non avere i petenti in diritto altra via che 1’ offerta, e doversene contentare. Fatto in Venezia nel palazzo ducale. — Presenti: Doìmo conte di Veglia, Marino Badoaro cavaliere, Giambonino de Freganesco. — Atti Marco fu Enverardo not. imp. e scriv. due. (v. n. 415). 415. — 1309, ind. Vili, Ottobre 29. — c. 143. — Comparsi Giovanni Cancelliere e Bisia Spinola davanti al vicedoge ed ai consiglieri, ripetono la loro istanza (v. n. 414). Ottenutane la stessa risposta, protestano per non aver potuto conseguire quanto dimandavano, e presentano altra requisitoria del comune di Genova. Il vicedoge protesta non doversi incolpar Venezia di aver negato giustizia, ma quelli che non la vollero nel modo offerto. Fatto ed atti come al n. 413. — Testimoni: Ranieri Zusto, Aprile Conte da Chioggia, Nicolò detto Pistorino (v. n. 416). 416. — 1309, ind. Vili, Novembre 3. — c. 143 t.° — Sindicato con cui il doge col maggior consiglio eleggono a procuratori del comune i notai e scrivani ducali Marco Siboto e Donato (Lombardo ?), dando loro facoltà di rappresentarlo davanti alla corte del Forestiere, o qualsiasi altro tribunale, nella causa promossa da Bisia Spinola genovese, procuratore di Franceschino suo figlio (v. n. 415 e 417). Fatto nella sala del maggior consiglio del palazzo ducale. — Testimoni : Marco Mazzamano, Daniele Iìueca (?) e Iacobello Valaresso. 417. — (1309), Novembre 22. — c. 141. — Ducale al comune di Genova. Iiv risposta a requisitoria d’ esso comune, presentata per tre volte da Giovanni Cancelliere e Bisia Spinola (v. n. 413-415), il doge ricorda le risposte date a costoro,provandole consentanee al diritto ; dice che lo Spinola s’era di poi adattato a piatire davanti alla corte del Forestiere, ma che in ultimo parti protestando. Invia i documenti per provare il suo procedere legale, e si dice sempre pronto a trattar la cosa giuridicamente. 418. — (1309), Dicembre 1. — c. 144. — Ugolino da Sesso podestà ed Alboino e Cangrande della Scala capitani generali di Verona, in risposta a requisitorie ducali contro Mino degli Angiolelli e soci, di quella città, debitori di veneziani, scrivono che neppure i veronesi furono pagati da quelli, e che il vescovo di Verona tiene carcerato l’Angiolelli nell’ episcopio per debiti. Assicurano che non sarà liberato fin che non abbia pagato; e che cercheranno d’avere anche i suoi compagni. Data a Verona. 419. _ s. ; (1309). — c. 144 t.° — Ducale agli ambasciatori veneti alla S. Sede. Espongano i modi con cui Venezia provvide a frenare e domare i greci scismatici e ribelli che avevano occupata l’isola di Candia, fra’ quali s accenna al- l’istituzione di 230 milizie, alla cui dotazione concorsero volontariamente anche gli 13 COMMEMORI ALT, TOMO I.