DOGE: GIOVANNI SOKANZO. 215 di pagare entro 30 giorni dalla diffida quanto devono per 1’ annuo censo di due bi-santi, minacciando in difetto la scomunica a loro e l’interdetto alla chiesa. Data a Bologna. 336. — 1322, ind. V, Settembre 15. — c. 126 (125) t.° — Guido vescovo di Ferrara, per sè ed in nome di fra’ Iacopo Buono da Padova (v. n. 320), in seguito a rimostranze di Venezia, revoca la lettera dei 10 Giugno (v. n. 323), riservando intatto ogni proprio diritto e potere. Fatto in Bologna, in contrada di S. Domenico. — Testimoni: Sup^ranzio da Cingoli, Guglielmino arciprete di Viceria (?), diocesi di Ferrara, Facino canonico di detta pieve, Uguccione cliierico di S. Croce di Ferrara, Valentino del fu Prando de’ Rossi da Montorso nel vicentino, notaio. — Atti Vincenzo del fu Iacopo Spiapasti da Vicenza notaio imperiale (v. n. 337). V. Minotto .Doc. ad Ferrariam ecc., II, 80. 337. — (1322), Settembre 16. — c. 126 (125) t.° — Guido vescovo di Ferrara e delegato papale al doge. Giovanni Boniolo dottore di decreti e Giovanni di Mar-chesino procuratore del comune di Venezia gli presentarono un proclama fatto pu-blicare da questo circa due anni fa, dopo la scomunica dei ferraresi, relativo al commercio con questi. I posteriori e più rigorosi provvedimenti dei delegali papali avrebbero richiesto assoluta proibizione d’ ogni commercio; ma per deferenza a Venezia essi revocarono le loro decisioni (v. n. 336). Chiede nuovo proclama conforme al-1’ ultima sua sentenza. Data a Bologna (v. n. 338). 338. — 1322, ind. V, Settembre 25. — c. 127 (126). — Attestazione : che fu publicato per la seconda volta sulle scale di Rialto ed a S. Marco un bando con cui il doge, ad istanza del vescovo di Ferrara e dell’ inquisitore all’ eresia in Lombardia, vietava ogni comunicazione diretta od indiretta coi ferraresi (v. n. 337). Atti Lorenzo notaio. 339. — (1322, Ottobre 3). — c. 127 (126) t.° — Lodovico re dei romani partecipa al doge e al comune di Venezia suis et imperii ficlelibus, la vittoria da lui riportata il 28 Settembre sui duchi d’ Austria. Latore è Enrico Vreimaimerium. Data a Ratisbona a. 8 del r. (la domenica dopo S. Michele). 340. — 1322, Ottobre 17. — c. 132 (131). — Bolla piccola di Giovanni XXII papa ad Ademaro Targa arciprete della chiesa di S. Africano di Vabres e a Folco de Sistarieo (o Siscarico) frate predicatore. Dà loro facoltà di requisire e costringere, verso compenso, giudici e notai ed altri a prestar loro aiuto nell’ esercizio del loro ufficio di delegati nella Venezia all’esazione dei depositi, legati ed altre somme spettanti alla S. Sede (v. n. 330 e 312). Data in Avignone, a. 7 del pont. (XV kal. Nov.J.