[ 56 COMMEMORIGLI) LIBRO I. 259. — s. d., (1305). — c. 81 t.° — Elenco di persone proposte come sopra per dimora di 15 anni: Filippo guantaio (guanteriusj di Pisa, ab. a S. Giuliano ; Gerardo de la Plencha di Padova, ab. a S. Salvatore ; maestro Pietro notaio dei consoli da Padova, ab. a S. Apollinare; Giovanni fabbricatore di giubbe (zuperius) del fu Lionasio di Verona, ab. a S. Giov. nuovo, provò d’ aver fatto le fazioni per 23 anni; Iacopino da Riva, ha bottega de calderiis in Rialto, ab. a S. Maria nuova. 260. — 1306, Gennaio 14. — c. 96. — Bolla di Clemente V papa. Lamentati i danni venuti alla cristianità dallo scisma greco; ricordata la scomunica lanciata da Martino IV contro Michele Paleologo, annunzia che Carlo d’ Angiò figlio di Filippo re di Francia s’ accinge a ricuperare l’impero di Costantinopoli spettante alla di lui moglie Caterina ; enumera i vantaggi di tale impresa, fra’ quali il timore che incuterà ai turchi ed agli arabi; invita Venezia ad assistere il principe, accordando ad ognuno che partecipi o giovi all’ impresa le indulgenze largite ai crociati di terrasanta. Data a Lione, a. 1 del pont. (XIX hai.. Febr.J (v. n. 308). 261. — (1306), ind. IV, Gennaio 25. — c. 83. — A Matteo de’Cortusi, Uberto de’ Dalesmanini ed Antonio de Mitteto ambasciatori del comune di Padova, che chiesero la consegna di Clario del fu Clario da Este, reo dell’ omicidio dei nobili Ri-naldino detto Tkoesei tiglio del fu Guizzardo Cane e Alberto fu Pasino de Casseta, il doge risponde che il reo sarà consegnato dopo chiaritane la colpabilità. 262. — s. d., (1306, Gennaio). — c. 83. — Risposta del doge a Zilio de’ Turchi, Manfredo de’ Constabili e Fresco cavalieri, Scotto de Geminiano dottor di leggi e Gerardino de Auriflce, ambasciatori del marchese d’ Este. Dispiace la guerra mossa al marchese ed a Ferrara; manderà sue ambasciate a Bologna, Parma e Verona, con commissioni convenienti all’onore di Venezia e all’utile d’esso marchese. 263. — (1305), ind. IV, Febbraio 3 (m. v.). — c. 83. — Marco della Vigna, arciprete di Castello notaio e cancelliere, chiede al doge ed al consiglio minore facoltà di roborare il testamento, che produce, del fu Albertino Morosini di S. Giuliano anche colla firma d’ un sol testimonio, avendo prete Nicolò di S. Giuliano rifiutato di sottoscriverlo ; quest’ ultimo, ivi presente, richiesto di firmare, dice non aver coscienza di dover ciò fare. 264. — 1306, ind. IV, Febbraio 19. — c. 84. — Frate Agostino da Ascoli (Escalo') eremitano, penitenziere ed ambasciatore di Ottobuono patriarca d’Aquileia, dichiara definiti tutti gli affari pei quali venne a Venezia, e chiede non sia tenuto responsabile il suo mandante della morte di certo Nicolò veneziano fatto appiccare contro i trattati dal podestà d’ Aquileia, promettendone soddisfazione. Il doge assente, salvi i diritti di Venezia. Fatto in Venezia nella stanza da letto del doge. — Testimoni: Zambonino