DOGE: GIOVANNI SORANZO. 213 di caricarvi vino, olio e merci del Levante per Ravenna, Ferrara e Lombardia, in onta ai trattati fra Venezia e Cervia. Il doge non può muovere tali querele. Il libro dei patti compilato al tempo del podestà dodo di Amelia, in cui stanno i trattati con Venezia, prova che il doge non può mandar ad effetto la intimazione da esso fatta fare, che proibirebbe cioè ai riminesi di recarsi a Venezia se non si soddisferà alle sue richieste. V. Minotto, Doc. ad Ferrariam ecc., II, 68. 200. — 1319. — c. 65. — Francesco di Lampridio e Cande de Ragno ambasciatori del conte e del comune di Zara, chiedono che, vista l’impossibilità in cui sono i tre giudici ivi esistenti di definire prestamente tutte le liti che lor si presentano, venga ad essi aggiunto un altro giudice leggista per le cause civili, la cui elezione sia fatta dal comune oppure dal doge dietro proposta di quello (v. n. 212). V. Liubió, op. cit., I, ¿104. 201. — s. d., (1319). — c. 65. — Elenco dei diritti che doveano pagare le merci naviganti spi Po in Serravalle, Mantova e Borgoforte al comune e al vescovo di Mantova ; in Dossolo al signore di Mantova ; in Guastalla al signor Giberto ; in Vitaliana ai Cavalcabò ; in Brescello al comune di Parma ; in Casalmaggiore al comune ; in Castelnuovo di bocca d’ Adda ai Cavalcabò ; in Piacenza al signor Galeazzo ; in Pavia al comune. 202. — s. d., (1319). — c. 65 t.° — Commissione da darsi all’ ambasciatore inviato in Inghilterra, o ad altri se esso non andasse in Fiandra. Ringrazi il conte di Fiandra e gli scabini di Bruges per la giustizia fatta ad Alipetro Buscarino. Chieda che i veneziani possano avere in Fiandra un console il quale giudichi le liti fra loro. Che essi non possano essere arrestati per debiti prima che sian provati debitori. Che possano porre in mostra e vendere liberamente le loro merci. Si riducano le senserie; i pesi siano eguali per tutti; possano i veneziani partire a talento. L’ ambasciatore procuri di avere tali concessioni specificate in iscritto in regolare trattato. Se però non si potesse ottener tutto ciò, sarebbe da vedere se prima non avesse 1* ambasciatore da andare ad Anversa, ove i veneziani ebbero 1’ anno scorso buona accoglienza. V. Brctwn, op. cit., 4; Marin, op. cit., V, 30i. 203. — 1320, Gennaio 7. — c. 64 t.° — Commissione data da Maladino bano di Croazia e di Bosnia a maestro Guglielmo de Vergnana suo medico inviato a Venezia. Chieda per quali motivi Venezia si accinga ad assistere i ribelli di Sebe-nico. Se essa in qualche cosa ha da lagnarsi del bano, lo dica e le sarà fatta ragione. Scritta da Michele protonotaro del bano. V. Liubió, op. cit., I, 305. 204. — (1320), ind. Ili, Febbraio 12. — c. 87. — Nicolò despoto di Romania rispondendo a lettere ducali circa 1’ affare di Pietro Moro, giustifica il ritardo frap-