DOGE: GIOVANNI SORANZO. 257 Sanudo. Dice come il Querini ebbe aiuti dalla citata principessa col mezzo del tartaro predetto, persona molto potente. Il console promette di punire i turbatori del-1’ ordine. Dice che Tauris è luogo pericoloso pei veneziani. Un fattore di Marco d’ Avanzo fu arrestato per debiti, e gli converrà pagare 1000 bisanti. Occorrono provvedimenti generali per comodo del commercio. Data in Tauris. 1324, Giugno 10. — V. 1320, Maggio 10. 401. — 1324, ind. VII, Giugno 13. — c. 131 (130) t.° — Annotazione di documento simile al n. 359, fatto nel palazzo ducale, presenti Nicolò Pistorino can-cellier grande, Francesco degli Agazoti ed Orlando del fu Matteo de’ Codebelli. 402. — 1324, ind. VII, Giugno 20, — c. 157 (156). — Il doge dichiara d’aver ricevuto da Pancrazio di Marco Giustiniani di S. Moisè lire 68 di gr. per conto di Tomaso Dandolo, già duca in Candia, che le doveva allo Stato come parte dei 4000 perperi che il comune di Candia solea pagare annualmente a Venezia. Le predette lire 65 erano state contate da Perino Giustiniani a Paolo da Mosto, Nicolò Veniero e Iacopo Dandolo. Fatto nel palazzo ducale di Venezia. 403. — (1324), Giugno 28. — c. 157 (156). — Annotazione di quitanza simile alla precedente, per lire 30 di gr. — perperi 600, pagate da Tomaso Gradenigo detto Pomo di S. Polo. — Testimoni : due notai ducali, e Leonardo notaio dei camerlenghi di comune. 404. — (1324), Giugno 28. — c. 157 (156). — Annotazione di quitanza fatta dal doge al comune di Traù per lire 50 di gr., pagate ai camerlenghi di comune da Marino Morosini già conte di detta città, in restituzione di mutuo. V. Liubió, op: cit., I, 3ó0. 405. — 1324, ind. VII, Giugno 28. — c, 157 (156). — Giovanni Soranzo doge di Venezia, Dalmazia e Croazia, signore delle terre ed isole soggette al ducato, fa quitanza ad Andronico Paleologo imperatore dei greci per 14000 perperi che l’impero doveva a Venezia, in risarcimento di danni dati a cittadini di questa. La somma fu pagata (con lire 723, s. 13, d. 11 '/a di grossi ven. a gr. 12, picc. 15 il per-pero) dal protosevaston Stefano Siropulo ambasciatore e procuratore imperiale, per mezzo di Francesco e Bisino fratelli Contarmi, a Tomaso Civrano, Bertuccio Marino e Pietro Gisi ufficiali alle ragioni estraordinarie. — Testimoni come al n. 403. 1324, Luglio 9. — V. 1324, Settembre 6. 408. — 1325, ind. VII, Luglio 13. — c. 146 (145) t.° — Consulto. Andrea vescovo di Chioggia, Pietro Baccari primicerio di Castello, Rizzardo Malombra ed Ar* COMMEMORI ALI, TOMO I.