DOGE: PIETRO GRADENIGO. 39 al doge perchè accetti le sue proposte (v. n. 165); insiste perchè i veneziani cessino da lavori d’ argini e fortilizi sul territorio padovano ; giustifica i rinforzi al castello delle saline, avendo Padova intenzione di restare in pace finché non sia forzata a romperla. 168. — (1304), Aprile 30. — c. 51 t.° — Risposta del doge a Matteo giudice, ambasciatore di Ugo di Duino. Non può accordare a questo la cittadinanza veneziana ; fu eletto Nicolò Malipiero, che va podestà a Montona, procuratore per accomodare le vertenze fra esso Ugo e Parenzo ; vedrà con piacere che contragga parentela in Venezia, e all’ uopo lo coadiuverà; lo Stato non può prestargli danaro; si rivolga ai privati. Y. Minotto, Doc. ad Forumjulii ecc., 54. 169. — s. d., (1304, Aprile). — c. 47. — Bolla di Benedetto (XI?) papa. Conferma i decreti del concilio di Lione e di Nicolò IV contro chi porta, o permette si portino, ferro, armi, legnami da navi e vettovaglie in Alessandria d’Egitto, in Siria, ai saraceni e a tutti i sudditi del soldano di Babilonia; e contro chi presta,a costoro servigi a danno dei cristiani (v. n. 161). 170. — 1304, Maggio 7. — c. 52. — Bolla piccola di Benedetto IX papa al patriarca di Grado. Accettato il compromesso in lui fatto da Venezia e dal patriarca d’ Aquileia, commette al prelato gradense di citare le parti alla S. Sede nel termine di tre mesi, e d’invitarle ad astenersi da novità, pendente il giudizio. Data a Perugia, a. I del pont., (non. Mad.J. 171. — 1304, ind. H, Maggio 24. c. 66. — Gualtiero canonico d’Aquileia e Iacopo Bragazza, procuratori di Ottobuono patriarca d’Aquileia (procura in atti Meiorantia di Clarello da Tiene, approvata dal vicedecano Leonardo da Faedis e dal capitolo), dichiarano d’ avere ricevuto dal doge 1. 100 di den. gr. ven. d’ arg. a prestito, destinate a pagare i debiti del patriarcato verso la S. Sede ; promettono di restituirle entro un anno dietro semplice domanda, ed obbligano tutti i beni della chiesa aquileiese, e nominatamente i redditi della canipa d’ Aquileia, il prodotto della grazia del vino (dopo pagate le 9000 lire dovute ai mercanti veneziani), e la corrisponsione pei diritti dell’ Istria. Fatto nella sala nuova del palazzo ducale di Venezia. — Testimoni: Tanto can-cellier grande, Giambonino de Freganesco, Giannino Ygizi e Iacobello di Giordano, scrivani ducali. ■— Atti Giovanni di Lorenzo notaio e scrivano ducale. 172. — s. d, (1304, Maggio). — c. 51. — Risposta del doge a Boccaderonco giudice ed a Fioravante della Chiusa notaio, ambasciatori di Alboino della Scala capitano di Verona e di Guido de’ Bonaccolsi capitano di Mantova. Accetta 1’ offerta mediazione per accomodare le vertenze fra Padova e Venezia (v. n. 214). 173. — 1304, ind. II, Giugno 10. — c. 52 t.° — Annotazione: Leonardo Bar-