doge: GIOVANNI SORANZO. 201 146. — (1318), Dicembre 8. — c. 41 t.° — Facio, Oberto, Gaspare e Baldas-sare signori di Castello Uzzone, scrivono in risposta a lettere ducali : Non aver mai ricevuto domanda di sicuro passaggio da un cavaliere del vicario d’Ivrea per parte degli ambasciatori veneti alla S. Sede : aver bensì preso le loro bagaglie credendoli milanesi ; ma saputa la verità, averle restituite intieramente alla presenza del detto vicario e del castellano del conte di Savoia in Bard, come n’ ebbero quitanza fatta m burgo Donatii, spettante al conte stesso ; Gaspare poi nega d’esser stato presente alla presa, trovandosi da lungo tempo in Aosta presso Amedeo conte di Savoia. Data a Castello Uzzone. 147. — 1318, ind. I, Dicembre 13. — c. 40 t.° — Guglielmo decano ed il capitolo d’ Aquileia scrivono al doge ratificando quanto è contenuto nel n. 115. Data in Aquileia. 148. — 13Ì8, Dicembre 22. — c. 95. — Guglielmina vedova di Gabriele Sianomi (Estancon), anche in nome degli altri eredi di questo, dichiara d’ aver ricevuto da Ugolino Argenterii 70 fiorini d’ oro per conto d’ alcuni veneziani passati per Maiorca, a titolo del diritto di rappresaglia concessa al defunto suddetto dal re contro i veneziani (v. n. 76 e 220). Fatto in Maiorca pii kal. lan.J. — Testimoni: Stefano de Monteleone, Antonio Salvirada, G. de Casellis. — Atti Guglielmo di Natale notaio. 149. — s. d., (1318). — c. 39 t.° — Proposte da farsi agli ambasciatori del re di Sicilia, consultate dal doge coi consiglieri, capi di XL, e sette savi a ciò deputati. Stia responsabile il re dei danni che la Compagnia dei Franchi di Romania recasse ai sudditi di Venezia, e faccia che questi siano risarciti dei danni già ricevuti. Il doge farà altrettanto per quanto spetta ai veneziani. La detta Compagnia non tenga navi de cursu o a remi, tranne una per i messaggi. I luoghi occupati in Negroponte, in nome della moglie d’Alfonso, sian tì^ti in mano ai veneziani, e quindi si portino i costei diritti in giudizio. Convenendo su questi punti, Venezia è dispostissima a tutto che può conservare 1’ amicizia fra le parti, e accorda che, per comodo dei negoziati, si prolunghino a tutto Marzo le tregue spiranti al prossimo Natale, e vi siano compresi tutti i veneti di Romania che lo bramano (v. n. 132 e 151). 150. — s. d., (1318?). — c. 41. — Brano di ducale al podestà di Ferrara, in cui si dice avere Marino Albor, console veneto colà, partecipato che presso Baure sul Po furono svaligiati Iacopo Bianco di S. Paolo e Luca Soler di S. Maurizio, ambi di Venezia, il che fu denunziato al vicario del podestà. V. Minotto, Doc. ad Ferrariam ece., II, 63. |5|. — s. d., (1318). —c. 41. — Risposta del doge agli ambasciatori del re di Sicilia. Sperava Venezia di accomodare ogni vertenza fra la Compagnia dei Franchi in Romania ed i propri sudditi colle proposte fatte (v. n. 149). Ora si meraviglia ehe gli ambasciatori non abbiano poteri per trattare, specialmente sull' affare delle ca- COMMEMORIALI, TOMO I. 26