242 COMMEMORIALI, LIBRO II. meo già inquisitore in Lombardia dichiarati eretici, e fu vietato a tutti di comunicare coi ferraresi. Ciò però non essendo da tutti osservato, intimano che niuno osi direttamente o indirettamente favorire o giovare ai predetti condannati, e che le vie fra Venezia e Ferrara sian chiuse a qualunque commercio. Avendo poi fatto predicar la crociata contro i ferraresi, ingiungono che non sia posto impedimento a chi vorrà parteciparvi. Se Venezia non s’ uniformerà a tali disposizioni, sia dichiarata fin d’ ora caduta nell’ interdetto. Procederanno contro i singoli contravventori a quanto sopra. Data a Bologna (v. n. 336). V. Minotto, Doc. ad Ferrariam ecc.., II, 68. 324. — 1322, Luglio 12. — c. 128 (127) t°. — Carlo duca di Calabria primogenito di re Roberto (di Napoli) e suo vicario generale, chiede al doge compenso di danni per Galvano Talamo di Possitano nel ducato d’ Amalfi, il quale, nel Marzo 1319, navigando sulla tarida di Pastorino de Mare di Genova nelle acque di Can-dia, fu da quattro galee venete comandate da Marco Schiavo di Candia spogliato di seta torta ed altro per 900 fiorini d’ oro, sotto pretesto che quelle merci fossero di siciliani (v. n. 296 e 352). Data a Napoli per mano di Giovanni Grillo, luogotenente del protonotario del regno. 325. — 1322, Luglio 27. — c. 119 (118). — Pietro Quattrolingue, costituto davanti al doge alla presenza di Giovanni di Marchesino delegato a difendere il comune di Venezia presso i giudici del Forestiere nella causa promossa dal primo per risarcimento di danni (v. n. 319), dichiara non voler accettare il giudizio del detto magistrato, e chiede al doge risposta ai n. 297 e 29S. Il doge e il delegato protestano d’ esser pronti a far giustizia come fu offerto. Non volendola, il petente sarà solo responsabile per non averla ottenuta (v. n. 341). Fatto nel palazzo ducale di Venezia nella sala del maggior consiglio. — Testimoni: Nicolò Contarmi di S. Paterniano, Giovanni della Fontana di S. Panta-leone, Nicolò Duodo di S. Giovanni Battista e Nicolò Pistorino. — Atti Marino Benedetto. 326. — (1322), Agosto 3. — c. 126 (125) t.° — Carlo re d’ Ungheria al doge. Boleslao vescovo di Strigonia gli riferì aver Venezia dato aiuti alle città di Croazia e Dalmazia per vantaggio del re. Ringrazia, ed annunzia che sta per recarsi in dette sue città. Chiede che Venezia non voglia usurparsene alcuna. Data a Temesvar fili non. Aug.J. V. Liubió, op. cit., I, 341. 327. — 1322, Agosto 5. — c. 122 (121). — Amelio abate del monastero di S. Saturnino di Tolosa, rettore generale per la S. Sede nella Marca d’ Ancona, Massa Trabaría e terre di S. Agata e d’ Urbino, risponde a lettere del doge invitandolo a far consegnare Cerolo da Recanati, arrestato per eresia in Venezia in