178 COMMEMORIGLI, LIBRO II. 42. — (1317), Maggio 14. — c. 11. — Versione (in dialetto) di lettera di Anna Evangionescita Regina Comnena duchessa (madre del precedente) al doge. Risponde a lettere ducali : non aver debiti nè con mercanti nè con altri veneziani, avendo sempre pagato quanto doveva. 1317, Maggio 15. — V. 1317, Giugno 4. 43. — 1317, ind. XV, Maggio 19. — c. 100. — Rassano notaio e procuratore del doge (sindicato 10 Maggio in atti di Marino Benedetto) dichiara d’aver ricevuto, a titolo di deposito, da Federico de Bastano (da Bassano ?) abitante a Rovereto, procuratore di Guglielmo del fu Azzone di Castelbarco, 10000 fiorini d’oro, dei quali 9000 a peso pisano e 1000 a peso fiorentino, promettendo farne la restituzione dopo due anni, con due mesi di preavviso, in Verona o Venezia, senza alcuna eccezione o dilazione. Mancando Venezia a tali patti, il Castelbarco potrà senz’ altro sequestrare ovunque persone e merci veneziane. Fatto in Venezia in casa di Nicolò e Tomaso figli di Marino Bellausello. — Testimoni : Galvano sottopriore e Polledamax lettore dei frati predicatori di Verona ; Nascimbene custode e Nicolò frati minori di Verona, Filippo giudice da Soave (de Suape) di Verona, Ognibene detto Rixofo di Rartolameo da Rovereto, Paoletto fu Ventollo da Lizzana. — Atti Antonio del fu mastro Gerardino da Asolo, Cristiano di Rartolameo da Rovereto notai imp., Facino di Giovanni notaio del sacro palazzo (v. n. 44 e 1321, Marzo 18). 44. — (1317), Maggio 26, registrata gli 8 Giugno. — c. 7 . — Nicolò di Marino Rellausello avvisa il doge (in dialetto) d’ aver ricevuto dal notaio ducale Rassano 20000 fiorini d’ oro, consegnati a questo dai messi di Guglielmo di Castelbarco, e che ne disporrà a volontà del principe. Segue nota che questo documento fu restituito al Rellausello, avendo esso passato il denaro agli ufficiali al frumento (v. n. 43). 45. — 1317, ind. XV, Giugno 4. — c. 5 t.° — Giovanni di Monleone, nuncio del comune di Genova, presenta al doge il documento allegato A, e Iacopo di mastro Pietro da Piacenza, procuratore di Guglielmo Cibo di Genova, ne chiede 1’ esecuzione. 11 doge risponde : aver commessa la causa ai giudici del Forestiere, offrendosi pronto a far giustizia. Il procuratore del Cibo presenta la petizione allegato B al doge, che lo manda al tribunale assegnatogli ed emana la commissione allegato C. Fatto nella sala del Maggior consiglio di Venezia. — Testimoni: Nicolò Arimondo, Paolo Delfino, Marino Gradenigo, Giovanni Michele, Pietro Zorzi, Biagio Zeno consiglieri, Tanto cancellier grande, Nicolò detto Pistorino e Marcolmo not. due. — Atti Giovanni del fu Marchesino Egizi not. imp. e scriv. due. Allegato A: 1317, Maggio 15. — Zambellino de Bornado da Brescia dottore, podestà, Novello di Gavio giudice abate del popolo, ed il comune di Genova scrivono al doge : avergli altra volta partecipato, dietro querela del nobile Guglielmo Cibo genovese, la trufferia perpetrata da Alipptro de Buscarino veneziano, che in