DOGE: PIETRO GRADENIGO. 49 per la flotta disarmata in seguito alla tregua, calcolando il capitale, ma non il 50 por 100; il Giustiniani, in seguito a lettere del compagno di Negroponte, pretese un resto non compreso nelle note spedite dal bado di quell’ isola ; il doge ne scrisse al bailo Francesco Dandolo, che rispose avere Marco Moro, banchiere colà, pagato al Michele perperi.... (non indicato il numero). 226. — 1305, ind. Ili, Gennaio 5. — c. 701.° — Principio di commissione data dal comune di Padova a Liazario di Amandino ed a Romano de’ Steni giudice, inviati a Venezia. — Vi sono nominati come testimoni: Raraco Capodivacca dottore in leggi, Padovano di Alberto Rosso giudice, Vitaliano de’ Rasili notaio (v. n. 231). 227. — (1305), ind. Ili, Gennaio 22. — c. 04 t.° — Giovanni Premarino prega il doge d’interrogare Delfino Delfino se fosse vero che, al tempo della liquidazione del compenso dei danni dato dall’ imperatore di Costantinopoli, la sua denunzia di perdite discordasse dai registri portati dagli ambasciatori da Venezia, mentre corrispondeva coi libri del Delfino e di Lorenzo Sagredo : dice che, colla scorta di tali libri e d’ altre scritture, liquidaronsi i suoi danni e quelli di Raffaele Natale; chiede s’interroghi il Delfino se vi sieno scritture sul modo con cui fu fatta la liquidazione (v. n. 228). 228. — s. d., (1305, Gennaio 22). c. 04 t.° — Delfino Delfino dichiara aver dato a Giovanni Premarino una carta munita del proprio sigillo, ma non ne ricorda il contenuto. Quanto sapeva sulle perdite di Raffaele Natale, fu da lui deposto davanti a Raliano Contarmi e compagni liquidatori dei danni in Venezia, e deve essere nelle loro scritture. Sa che gli ambasciatori a Costantinopoli ebbero tutte le carte ; ignora che ne sia avvenuto (n. 212, 227 e 255). 229. — 1304, ind. Ili, Gennaio 28 (m. v.). — c. 73. — Annotazione : che avendo Albertino Morosini duca di Schiavonia chiesto risarcimento per l’occupazione di suoi fondi fatta dallo Stato, l’affare fu demandato ad alcuni savi ; che, in seguito, Michele Morosini, figlio del predetto, dichiarò al doge, in nome del padre, che se a questi spettasse qualche somma, venga pagata, fino a 1. 22 l/.2 di gr., a Fiofio Morosini ed a Marino Turlono pellicciaio, metà per ciascuno (v. n. 163 e 256). V. Liubió, op. cit., I, 210 230. — 1304, ind. Ili, Gennaio 25 (m. v.). — c. 57. — Marco Barbo ed Andrea Bragadino dichiararono al doge le condizioni alle quali era stato commesso a, loro ed a Saladino Premarino di far lavorare 20 migliaia di acciaio in 200,000 falsatori, al tempo della guerra di Padova. 231. — s. d., (1305, Gennaio). — c. 70 t.° — Risposta del doge agli ambascia-tori del comune di Padova (v. n. 226)' chiedenti 1’ apertura della via di Chioggia, impedita da una seralia seu rosta costrutta dai veneziani nel Brenta, nel luogo onde ne esce la Cavana vecchia. Ripete quanto disse al n. 213, ’aggiungendo non COMMEMORI AI.I, TOMO I.