108 COMMEMORIALI, LIBRO I. 473. — (131 i), ind. IX, Febbraio 18. — c. 1G0. — Risposta del doge a Guglielmo di Giovanni Benincasa e Pietro de’Balordi, ambasciatori di Arnaldo da Nocera capitano, e di Bartolo vicario del podestà di Forlì, Quantunque Rialto, preso dai veneziani presso S. Alberto, sia cittadino di Ravenna, pure vien liberato a loro istanza. Non si può restituire il vino sequestrato in mare presso Fano a Giovanni Cuso-lini da Forli, essendo provato che era diretto a Ravenna o Cervia. Gli officiali ai contrabbandi fecero sequestrare del canape a Guido di Matteo Bonservidei da Forli, perchè proveniente da luoghi vietati; ma poi lo restituirono, trattenendone solo certa quantità, perchè filato ed involto per inganno nella stoppia ; è proibita l’importazione a Venezia del canape filato; si restituisce agli ambasciadori il valore della stoppia. 474. — 1311, ind. IX, Marzo 10. — c. 161. — Privilegio di cittadinanza interna ed esterna rilasciato a Guglielmo da Gelsano di Padova, figli ed eredi. — Con bolla d’ oro. 475. — 1311, Marzo 29. — c. 162. —Annotazione: che fu rilasciato un permesso, valevole fino al 27 Giugno, per anfore 25 di vino dell’ Istria da portarsi in Friuli, in forza della grazia concessa al patriarca d’Aquileia; ciò per essere incorsi errori in altro permesso che fu annullato. 476. — 1311, ind. IX, Aprile 15. — c. 162 t.° — Ad eternarti rei memoriam: si nota che il venerdì santo Baiamonte Tiepolo, dalla casa di Tiso da Camposampie-ro (in Padova) ove alloggiava, si portò a quella di Albertino fratello del fu Bonifacio e di Marsiglio da Carrara, ove solevano radunarsi i partigiani del Camposampiero ; elio convenuti ivi Iacopo ed Albertino da Carrara; Enrico Scrovegno, Marsilio Po-lafrisana, Maccaruffo e Bernabò de’ Maccaruffi, Freo Malizia, Mussato fratello dell’ abate di S. Giustina, Albertino Mussato, due figli di Zilio de’ Sanguinacci, Pietro degli Alticlini, Rolando da Piazzola, Matteo Filarolo, due inviati di Rizzardo da Camino, Nicolò e Giovanni chierico figlio di Turino Querini, due frati neri ed altri, Baia-monte chiese aiuti per vendicarsi di Venezia, e quindi partì rimettendosi a quanto farebbero gl’ inviati del da Camino ; che questi appoggiarono la dimanda ; che lo Scrovegno si offrì con 800 persone ; che Maccaruffo figlio di Ziliolo consigliò prudenza ; che Matteo Filarolo stette per 1’ azione, onde rinforzare il partito che aveva dominato per 50 anni, ma che ora, per la defezione di casa d’Este e la discesa dell’imperatore, trovavasi indebolito. V. Tentori, II rem carattere ecc., 89. — Romanin, St. due., Ili, 43, riferisce questo documento voltato in italiano. 477. — (1311), ind. IX, Aprile 24. — c. 163. — Mannello de’ BaronCelli podestà e Guido de Petrella capitano d’Ancona, scrivono al doge che, assentendo a quanto in di lui nome aveva chiesto Ranieri Premarino, quel comune aveva costretto 1’ anconitano cavaliere Corrado, eletto al governo di Zara, a rinunziare a tal uffizio, e decretato che nessun cittadino d’Ancona possa accettar cariche publiche