COMMEMORALI, LIBRO I. fello ed erede di Gandolfo Arcelli da Piacenza cittadino di Parigi), e Iacopo de non preignen da Piacenza deputati dal re all’ amministrazione dell’ eredità di Gandolfo suddetto, verso il quale il Privili era restato debitore di fiera per 1. 300 di tornesi minuti. — Firmata I. de Silvan. 107. — (1303), ind. I, Febbraio 25. — c. 31. — Rispondendo ad ambasciatori del comune di Padova, il doge si scusa di non poter accordare 12000 staia di grano, e nemmeno il transito di pari quantità pel territorio veneziano con esenzione da dazi ; Venezia sta facendo grandi provviste, e potrà accontentare i padovani. 108. — (1303), ind. I, Marzo 23. — c. 33. — Servo Grimani, console veneto in Chiarenza, scrive al doge essere colà arrivate il 16 due galee ed altra nave, armate in Chiavari, del genovese Andrea Grimaldi, le quali per sorpresa s’impadronirono d’ una nave veneta de ca Torni ; narra come egli ricorse al principe, invocando i trattati, e come il Grimaldi dichiarò d’ essere nemico per conto proprio dei veneziani, e pretendere riscatto per restituire la preda ; come, deputati dal principe a negoziare Piserno de’ Gualandi da Pisa e Maczecco dei Peruzzi, e dai veneziani Filippo Bricci, fu stabilito che il padrone della nave catturata pagasse 400 perperi. Finisce dicendo d’ aver fatto sapere la cosa ai castellani di Corone, perchè era da poco ivi arrivata una galea coll’ ambasciatore imperiale (di Costantinopoli). Data a Chiarenza, 109. — 1303, ind. 1, Marzo 21. — c. 38. — Cedola testamentaria di Iacopo Mazamano di S. Raffaele, consegnata da Giovanni Faliero del fu Nicolò, prete e notaio, che 1’ avea rogata, a Marcuccio fratello del testatore. Questi nomina commissaria sua moglie Agnese, e fa vari legati, fra’ quali lascia una casa a S. Apollinare ai procuratori di S. Marco pei poveri; vuole erede usufruttuaria la moglie se resta vedova, e residuano universale il figlio se sposerà la figlia di quella ; se non vorrà farlo, la sostanza resterà all’ Agnese. Morendo il figlio in età minore, provvedano i detti procuratori secondo la legge. Fatto in Rialto. — Testimoni: Pietro Sardio suddiacono e Nicolò di S. Basilio. 110. — (1303), ind. I, Marzo. — c. 32. — Marino Coppo dichiara sperare di poter indurre il patriarca d’ Aquileia a cedere per 29 anni i diritti che gode in Istria dal ponte di S. Giovanni in là, già dati in nota a Marino Doro e a Pietro Tiepolo (v. n. 103), alle seguenti condizioni: Corrisponsione di 1. 900 di gr. ven. ; privilegio di cittadinanza veneta; la moneta patriarcale abbia corso in Istria; libera importazione in Friuli dalla Marca d’ Ancona o dall’ Istria di 1138 anfore di vino oltre il solito ; simile per 300 moggia di grano, vendibili in Istria o Dalmazia, dalla Marca o dalla Puglia ; simile per 100 migliaia d’olio d’Istria, della Marca o di Puglia; le merci esportate da Venezia per le terre poste fra Treviso e Trieste non siano sottoposte a vincoli doganali che in Aquileia ; occorrendo gli siano dati 200 militi da impiegarsi dal ponte di S. Giovanni alla Chiusa ed al Tagliamento (taiamentumJ.