so COMMEMORIGLI, LIBRO I. Fatto in Venezia, nella sala del consiglio minore presso la nuova del maggiore consiglio. — Testimoni : Donato Lombardo, Bassano e Iacopo del fu Ezzelino notai ducali ; Gabrio e Gasparino di Sommariva e Iacopino di Antonio di Galaone, tutti e tre da Milano. — Atti Giovanni del fu Marchesino. V. Minotto, Doc. ad Ferrariam ecc., I, 136. 339. — (1307), ind. VI, Novembre 16. — c. 120. — Il doge risponde a Giovanni della Sassetta notaio ed ambasciatore del comune di Pisa, che la solennità e le cautele adoperate nel concedere le rappresaglie, non permettono di revocare quelle accordate a Marino padre di Marco Soranzo contro i pisani, per crediti di noli ed interessi che teneva verso Banduccio Buonconte, Gerardo e Bonaccorso Gambacorta, Mosca da S. Geminiano, Feo Bonaiuti e Guido Sardo, tutti da Pisa, pel quale affare era stato colà spedito inutilmente il notaio ducale Giovanni di Lorenzo (v. n. 344). 340. — 1307, ind, V, Dicembre 5. — c. 120 t.° — Pono de’ Pepoli procuratore di Ottobuono patriarca d’Aquileia (v. allegato) dichiara di aver ricevuto da Iacopo Carazacanevo, Nicolò Cocco e Paolo Faliero, camerlenghi «di comune, lire 65 s. 12 Va di den. ven. grossi, per le 235 marche d’ argento che Venezia doveva al patriarca per la rata di Marzo venturo pei diritti dell’ Istria. Fatto in Rialto nella camera dei camerlenghi. — Testimoni : Raimondo e Bertucci Lombardo scrivani in detta camera, Bartolomeo fante della stessa, Albertino da Piacenza canonico di Udine, Benedetto Lanzalonga di S. Fosca, e Francesco da Molino di S. Eustachio. Allegato : 1307, ind. V, Ottobre 14. — Procura rilasciata da Ottobuono patriarca d’ Aquileia al suo famigliare Pono de Pepoli, per esigere da Venezia 225 marche d’ argento del Friuli. Fatta in Venezia, nel vescovado di Castello, nella stanza del patriarca. — Presenti : Zambonino de Freganesco giurisperito, Donato detto calderario e Benincasa de Geciis notai. — Atti Petrizolo di Enrichetto de’ Vandolli not. imp. 341. — 1307, ind. V, Dicembre 5. — c. 121 t.° — Annotazioni: 1.° del pagamento riferito al n. 340, 2.° che la somma relativa fu pagata nella Camera'publica ai 4 Febbraio 1306, (m. v.), ind. V. 3.° che Marco Veniero conte di Grado spedì a Venezia 1. 1430, s. 17 a den. 32 il grosso, pari a lire 1341, s. 8 '/a a den. 30 il gr. ; ciò per 1’ ultima rata (v. n. 342). 342. — 1307, ind. V, Dicembre 5. — c. 120 t.° — Il doge e il consiglio minore dichiarano che il patriarca d’ Aquileia ha pagato interamente le 9000 lire di den. ven. per 1’ anno spirante, alle quali era stato condannato dai vescovi di Padova e Castello in risarcimento dei danni recati dai suoi sudditi ai veneziani. Fatto in Venezia nel palazzo ducale. — Testimoni: Tanto cancellier grande, Andrea da Parma, Iacopo di Giovanni, Pietro, Bassano scrivani ducali.