DOGE: GIOVANNI SORANZO. 233 di Treviso offrono la redintegrazione del veneziano Zanoto Guglielmo nei suoi beni, purché la relativa questione sia rimessa al giudizio del podestà di quella città (v. n. 287 e 295). — Esposta al doge il giorno suddetto. 287. — 1321, Luglio 30. — c. 109 (108) t° — Gli ambasciatori del conte di Gorizia propongono che la questione accennata nel precedente sia sottoposta al giudizio di arbitri (v. n. 288). 288. — 1321, ind. IV, Agosto 4. — c. 111 (110). — Parte del consiglio dei XL. I trivigiani restituiscano i beni a Zanoto Guglielmo ; la questione venga, per ciò che manca, definita da arbitri, due eletti da Treviso, due da Venezia, la quale ne elegga un quinto se i quattro non si accorderanno. Intanto restino chiuse le palate. — Eletti per Venezia: Alessandro Morosini e Pantaleone Michele, quinto arbitro Federico Miani (v. n. 287 e 294). 289. — (1321), Agosto 5. — c. 110 (109) t.° — Rinaldo marchese d’ Este e d’Ancona a Tasino giudice ed a mastro Bartolameo a Paleis suoi inviati a Venezia. Offrano a questa, appena egli siasi insignorito di Argenta, ogni più desiderata agevolezza ; libero transito ai mercanti ; assistenza la più attiva contro i nemici, e vettovaglie mentre le armi venete stanno intorno a Ravenna e in quelle parti. Venezia poi gli consenta 1’ acquisto di Argenta eh’ ei terrà come cosa di lei, molto più che sarebbe per lei dannoso che quella terra fosse occupata dai comuni nemici. Data a Ferrara. 290. — 1321, ind. IV, Agosto 0. — c. 114 (113) t.° — Pagano patriarca d’-A-quileia scrive a Giovanni abate di Rosazzo suo vicario, a Berofmo de’ Geroldi canonico d' Aquileia, ed a Materno de Oppemo canonico della pieve di Bovolenta (Bugulenta) suoi capellani, costituendoli solidamente procuratori suoi e del patriarcato. Data a Crema nella casa dei frati predicatori. — Testimoni : Lombardino arciprete di Monza, Napino della Torre, Pietro Mora rettore diS. Maria della Torre in Milano, fra’ Giovanni de Argelala da Bologna carmelitano, fra’ Francesco da Milano, fra’ Guglielmo da Vicenza, minori. — Atti Eusebio da Romagnano not. imp. 291. — (1321), Agosto 16. — c. 111(110) t.° — Ugolino de’ Guelfucci da Città di Castello podestà, Mino de’ Beccadelli da Bologna capitano e il comune di Ancona rispondono a lettere ducali d’ esser pronti a trattare quelli di Caorle, benché non compresi nei trattati, come veneziani e chioggiotti, e ciò per mera cortesia. Data in Ancona. 292. — 1321, ind. IV, Agosto 21. — c. 110 (109). — Mica de Miligosto procuratore del comune di Zara, presenta al doge 1’ elezione fatta dal comune stesso di Francesco Dandolo a conte di quella città. In seguito all’ accettazione di questo, fatta in suo nome da’ suoi parenti Oratone e Paleologo Dandolo, il doge conferma. COMMEMORI ALI, TOMO I. ' 30