20 COMMEMORI ALI, LIBRO I. S. Maurizio; Avanzo da Verona pistore di S. Giov. novo, con moglie e tre figli, dei quali uno maggiore pellicciaio, s. a. s. 40 di gr., mali. Marco fu Iacopo da Verona di S. Giuliano ; Nicolò cappellaio di S. Moisè, con moglie, s. a. s. 22 di gr., mali. Iacopo cappellaio e Nicolò Premarino, ambi di S. Moisè — Ebbero tutti il salario di 6 mesi. 77. — s. d., (1301), (trascritta nel volume il 9 Luglio 1302). — c. 25. — Lettera di Pietro de Bonzano di Treviso a Fio fio (Teofilo) Morosini e Francesco Contarmi parenti di Albertino Morosini duca di Schiavonia. Nega d’ aver detto in Venezia ed a Donato de Marsilio in Boma che il re d’ Ungheria gli avesse ordinato di pagar loro, per le possessioni di Brondolo, le 4000 lire destinate all’ affare di frate Antonio vescovo, quando questo non avesse avuto luogo ; dichiara avere il re semplicemente promesso, presenti Turco e Luigi, di pagare in due rate la somma per Brondolo. Data a Roma. (V. n. 04 e 65; tutte e tre queste lettere sono di poco agevole lettura, per la corrosione della pergamena.) V Ljubió, op. cit., Ili, 434. — Minotto, Doc. ad Belmnm ecc., 81. 78. — s. d., (1301, fine?). — c. 21 t.° — Domenza vedova di'Luciano Arduino fa istanza al doge onde sia legalmente convalidato il testamento lasciato dal di lei marito al partire da Venezia (v. n. 80): 79. — (1302), Gennaio 1. — c. 28. — Andrea Zeno bailo di Negroponte rimette al doge pei relativi provvedimenti la seguente: (1301), Novembre 27. — Il vicario del comune di Genova in Romania denunzia al bailo suddetto diversi danni dati dalle navi venete, comandate da Guidino Morosini e Belletto Giustiniani, ai genovesi Salamorre de Camulio, derubato in una sua tarida, « in bricca Avei » nel luogo detto Paris, e Nicolò di Quarto che perdette 167 giarre di vino, per 200 perperi, imbarcato su tarida di Framullo greco. Data a Costantinopoli (v. n. 102). 80. — 1301, ind. XV, Gennaio 3 (m. v.). — c. 21 t.° — I cancellieri ducali espongono il parere che il doge, coi consigli maggiore e minore, dia forza di testamento alle due carte contenenti 1’ ultima volontà di Luciano Arduino, dettate da questo a Donato da Castello scrivano di galea alla presenza di Nicolò Gambello e di prete Antonio, ambi di S. Maria Zobenigo. Così fu fatto, e il notaio Donato ne fece annotazione (v. n. 78). 81. — s. d., (1302, principio?) — c. 22. — Rispondendo agli ambasciatori del capitano di Milano, vicario imperiale in Lombardia, il doge rimette al giudizio di lui il decidere quanto abbiano a pagare i bresciani per le merci sequestrate ai veneziani. 82. — (1302), ind. XV, Febbraio 11. — c. 21 t.° — Il doge risponde a Man-