DOGE: GIOVANNI SORANZO. 223 Alencon, Ghartres ed Angiò, dichiara che, avendo il comune di Venezia impedita la vendita di cinque galee e d’ un legno, eh’ egli aveva in quella città preparati per la spedizione di Costantinopoli, e non essendo stati osservati dal comune stesso i trattati conchiusi con lui per quell’ impresa, in seguito a sua dimanda di rifacimento di danni, pattuì con Benedetto da Molino procuratore d’ esso comune (v. allegato) di rinunziare ad ogni pretesa, in seguito al pagamento di 4000 fiorini d’oro di Firenze sborsatigli dal Molino e da Andriolo Bonveneziano. Dichiara poi d’ aver ricevuto fiorini 1000 per certe gioie sequestrate dai veneziani a Bartolameo detto Languille, facendo del tutto piena quitanza al comune predetto.. Fatto in nave sulla Senna nel porto di S. Vittore di Parigi. — Testimoni: Carlo figlio del principe, Giovanni de Cerchemont cancelliere, Pietro de Divicico ambi cavalieri, e Giovanni Billovardo, tutti consiglieri d’ esso principe. — Atti Giovanni Ruffi de Cruce diocesi di Losanna, altrimenti detto di Savoia, not. apostolico. Allegato : 1320, ind. Ili, Aprile 8. — Sindicato con cui il doge col maggior consiglio nomina procuratore del comune di Venezia Benedetto da Molino, con facoltà di trattare 1’ appianamento di tutte le questioni vertenti fra Carlo di Valois ed il comune stesso. Fatto in Venezia nella sala del maggior consiglio del palazzo ducale. — Testimoni : Nicolò Pistorino vice cancelliere, Marcolino, Nicolò de Gheciis e Nicolò di Marsilio scrivani ducali. — Atti Nicolò Passamonte not. imp. e scriv. due. (v. n. 25 e 244). 244. — 1320, Ottobre 8. — c. 90 t.° — Carlo di Valois ecc. dichiara d’ aver ricevuto 2000 fiorini d’ oro da Benedetto Molino (v. n. 243). Data a Parigi. 245. — (1320), Ottobre 14. — c. 87 t.° — Enrico conte del Tirolo e di Gorizia scrive al doge che. quantunque gli eredi di Marco Bollani non abbiano investitura sopra la villa Montis Bocarum, lascierà tuttavia le cose come stanno fino a S. Martino, affinchè intanto si riconoscano i diritti. Data a Treviso. 246. — (1320), Novembre 3. — c. 88 t.° — Annotazioni : che 1’ approvazione delle osterie (n. 232) fu dal collegio riconosciuta legale, nonostante l’assenza di due consiglieri. Che fu confermato Pietro del fu Dimitri, approvato sotto il nome di Pietro del Gallo e Pietro Quintavalle. Che, dietro mozione del consigliere Pietro Manolesso, la nuova osteria di S. Marco presso la beccheria fu data a Filippo Barbadi-becco. Che, su proposta di Nicolò Moro consigliere, Graziolo Domafollo fu approvato conduttore dell’ osteria di Filippo Contarini a Rialto. Che Almerico della Stella ebbe 1’ osteria di Ermolao Zorzi. 247. — (1320), ind. IV, Novembre 9. — c. 91. — Rispondendo ad Odorico di Strassoldo canonico d’ Aquileia e a Savio canonico di Trieste, ambasciatori di Enrico conte di Gorizia, vicario imperiale a Treviso, il doge aderisce a dare al conte