250 C0MMEM0RIALI, LÌBRO II. 359. — 1323, ind. VI, Aprile 5. — c. 131-(130) t.° — Leonino da Farra (v. n. 358) dichiara d’ aver ricevuto dal doge 226 marche d’ argento, rata scaduta lo »corso Marzo pe i diritti dell’ Istria. . *. , Fatto in Venezia nella sala del maggior consiglio. — Testimoni} Bassano, Nicolò Bolli e Lorenzo de Lorenzo scrivani ducali. — Atti Andrea da Cavarzere not. imp. e scriv. due. 360. — 1323, Aprile 5. — c. 132 (131). — Bolla piccola di Giovanni XXII papa ad Ademaro Targo decano della chiesa di Tulle e a Foleo de Sistarico dei predicatori. Ricordata la bolla n. 342, ordina loro di far ricerca di quelli che continuano il commercio proibito coi saraceni ed altri infedeli, e di coloro che, fatto in malattia testamento a favore della S. Sede per ottenere l’assoluzione di simili colpe, risanati 1’ annullano. Conosciutine i nomi, li facciano publicare finché non ritornino a vera penitenza. Data in Avignone, a. 7 del pont. (nonis Apr.J (v. n. 301). 361. — 1323, Aprile 16. — c. 134 (133). — Consulto dato da Rizzardo Malombra, Ritichiero da Guastalla, Rolandino de Belvisi, Arpolino da Mantova, Ar-manno da Ferrara, Francesco de’ Burfoli e Giovanni Boniolo. Dichiarano unanimi: avere i commissari papali (v. n. 342 e 360) oltrepassati i loro poteri cogli atti fatti contro i procuratori di S. Marco relativamente a certi testamenti. Consigliano che s’intimi ai commissari medesimi di revocare quegli atti ; altrimenti che i procuratori ricorrano in appello al papa, dimostrando « l’iniquità ed ingiustizia » dei suoi inviali. — A ciò acconsentirono cinque savi eletti dal governo (v. n. 406). 362. — (1323), Aprile 18. — c. 135 (134) t.° — Annotazione: che lo scrivano ducale NiGoletto di Giovanni di Marchesino intimò a Francesco detto Macagnano figlio di Gregorio Delfino, a Pietro Sindo fratello naturale ed a Francesco furiano servo del detto Francesco, che debbano recarsi a Treviso in seguito a requisitoria di quel podestà al doge, per rispondere all’ accusa data da Mcnego meriga di Tessera d’ avere, armati, tentato di depredare quattro burchi di Lorenzo priore di detta terra. V. Minotto, Doc. ad Belunum ecc., II, 2. 363. — (1323), Aprile 22. — c. 136 (135) t.° — Enrico conte di Gorizia e del Tirolo, vicario imperiale a Treviso, risponde a lettere ducali : spiacergli dell’ arresto di Francesco de Mirsa e d’ altre violenze fatte a veneziani; gli autori non sono sudditi d’ esso conte ma di suo zio il duca di Carintia. Scriverà a questi, al capitano della Carniola e' a coloro che presero il de Mirsa, onde costui sia liberato. Data a Treviso. V. Minotto, Doc. ad Belunum ecc., II, 3, e Doc. ad Forumjuliì ecc., 95. 364. — (1323), Aprile. — c. 135 (134) t.° — Annotazione d’intimazione simile ài n. 362 fatta a Marco e Leonardo figli del fu Bergamino, ad Alberto, a Pietro ni-