COMMEMORIALI, LIBRO II. 161. — s. d., (1319, Marzo). — c. 45. — Lettera di Iacopo vescovo di Castello al doge. Chiede, a nome anche del vescovo Manfredo di Ceneda, la consegna di Bartolameo chierico carcerato in Venezia,'essendo questi soggetto alla giurisdizione spirituale dei due vescovi. 162. — (1319), Marzo 30. — c. 45 t.° — Cane della Scala prega Venezia di attendere la risposta alle fattegli domande, sino al ritorno degli ambasciatori da lui inviati all’ imperatore Federico (III). 1319, Marzo. — V. 1319, Settembre 27. 163. — (1319), ind. II, Giugno 8. — c. 53. — Roberto re di Napoli scrive a suo figlio Carlo duca di Calabria, in seguito a lagnanze del doge, di ordinare ai portolani ed ufficiali della Puglia di pagare a Venezia 1000 onze dovutele per danni, giusta le passate convenzioni. Data in Avignone. 164. — 1319, Giugno 9. — c. 55 t.° — Convenzione stipulata da Francesco Dandolo bailo di Negroponte con Leonardo Mocenigo e Giovanni Zeno suoi coif-siglieri, da Giovanni de Noyer signore di Masi e d’ un terzo dell’ isola, da Pietro dalle Carceri signore d’ un sesto, da Andrea Cornaro signore d’ un sestb, e da Bartolameo Gisi signore d’ un terzo della stessa, con Alfonso figlio di Federico re di Sicilia capo della Compagnia dei Franchi nel ducato d’ Atene e in Romania. É stabilita tregua sino al venturo Natale. La Compagnia non porrà in mare legni a remi, e quelli che ha saranno tratti a terra, e levatane una tavola di sotto, che sarà conservata nel castello d’ Atene. Solo nel mare di Rodosto (Rivadostia) potrà conservare i suoi legni, purché non li armi. Non presterà aiuti o favori a corsari. Le parti daranno opera al risarcimento dei rispettivi danni. Se questa tregua non piacerà ai supremi signori dei contraenti o ad alcuno di essi, sarà denunziata, e per un mese nessuno offenderà la parte avversa. — Giurata da tutti i contraenti. Fatta in Negroponte. 165. — (1319), Giugno 21. — c. 53 t.° — Marino Badoaro castellano di Corone e di Modone avvisa d’ aver fatto contratto eh cambio dei denari -inviatigli per frumento, con Marco Fahero, Tomaso de Mezzo, Marino e Pietro Viaro, e eh’ essi dovranno pagare in Venezia a Natale. Data a Modone (v. n. 170). 166. — (1319), ind. II, Giugno 2(5. — c. 47. — Commissione data da Enrico conte di Gorizia e del Tirolo, capitano dei patriarcato d’ Aquileia e vicario imperiale a Treviso ad ambasciatori spediti a Venezia. Annunzino la sua elezione a vicario imperiale in Treviso, fatta col consenso di quei cittadini dall’ imperatore Federico. Promettano che come è cittadino ed antico amico, cosi sarà sempre affezionato a Venezia; che manterrà in vigore i trattati fra questa e Treviso, e favorirà in ogni cosa i veneziani. Vogliano questi favorir lui.