doge: PIETRO GRADENIGO. 29 pai-tenenti a Padova, distrutte dai veneziani. Si astengano questi da simili fatti e da occupazioni di terreni dei padovani. Fatta nella cancelleria comunale di Padova. — Testimoni : Gerardo del fu Guglielmo dal Santo e Bonfante di Giovanni dal Prato della valle, notai. — Atti Engi-nolfo detto Zancanella notaio e cancelliere del comune (v. n< 124). 124. — (1303), ind. I, Agosto 29. — c. 36 t.° — Il doge risponde agli ambascia-tori di Padova (v. n. 123). Il luogo ove furono distrutte le palate è territorio di Venezia, che si oppose inutilmente alla loro costruzione, ed offrì ed offre di far decidere la questione da arbitri ; circa il secondo punto della domanda, crede vogliano alludere alle palate che Padova edificò sul tenere di Chioggia, per le quali questa s’ era querelata ed aveva avuto consiglio di far determinare da comuni amici i limiti fra i due territori ; se Padova rifiuta, avrà il torto ; dopo gli ultimi trattati, fu sempre Padova quella che tentò invadere il territorio veneziano ; sottopongaci ad arbitrato le questioni; se Padova non acconsente, Venezia avrà diritto di far valere le sue ragioni come crederà (v. n. 135). 125. — 1303, ind. I, Agosto 30. — c. 38. — Il doge promette 1. 200 e 1’ assoluzione da pena di contrabbando a Brazzolo Luna, se consegnerà Merigolo de Veri-delo da Trieste e Saieto da Muggia, o uno solo di questi, nelle mani de' veneziani. Data nel palazzo ducale di Venezia. Segue nota che ai 10 Settembre fu presentato al doge il Veridelo, ed il Luna fu assolto dalla pena mentovata. J 126. — s. d., (1303, Agosto). — c. 36. — Nota: che una risposta, data dal doge ad ambasciatore di Ottobuono patriarca d’ Aquileia, fu, per errore, scritta nel libro delle commissioni invece che nei Commemoriali. 127. — (1303), Agosto. — c. 38 t.° — Risposta del doge a Lombardo de Basilica notaio, ambasciatore del comune di Milano : Si meraviglia per le rappresaglie concesse da quella città contro i veneziani, essendosi fatta piena giustizia, testimoni Iacopo Tadono e Pagano de Arturi (?) (venuti ambasciatori di Milano per tal oggetto), ai creditori milanesi di Iacopo e Marco Trevisano, Tomaso Amizo, Pietro Minio e Nicolò Contarmi, e chiede sieno revocate ; si meraviglia che se ne minaccino di nuove per debiti, non provati, d’ altri veneziani, mentre dichiarasi pronto a far ragione al diritto (v. n. 139). 128. — 1303, ind. I, Settembre 4. — c. 37. — Marino Zorzi, Enrico Delfino e Fantino Dandolo, deputati a decidere la questione vertente fra Marco Barbo ed Andrea da Mosto armatori d’ una galea destinata per Tessalonica, e Marco Contarmi e Marco Morosini armatori d’ una destinata per Negroponte, visto il decreto del Senato clic ordinava alle due navi simultaneo ritorno, pronunziano che la galea Contarmi aspetti quella del Barbo in Negroponte, e la seconda paghi alla prima s. 25 di gr. per ogni giorno di ritardo.