doge: PIETRO GRADENIGO. nello scompiglio no involò la cassa e poi accusò i catalani, onde, fatta inquisizione, s’ ebbe da uno di questi un sacco di 898 grossi da lui trovato, e la somma è a disposizione del proprietario. Il Giustiniani conferma la cosa e parla d’ altri particolari insignificanti. 103. — s. d., (1303, principio?). — c. 31 t.° — Serie dei diritti spettanti nel-l’Istria al patriarca d’ Aquileia. Vi è detto che il patriarca è marchese di tutta 1’ I-stria con piena giurisdizione; nessuna città può eleggersi rettori senza il di lui permesso, nè impor tasse, coniar monete, o esercitare altro atto giurisdizionale ; egli solo crea gastaldi e il vicario generale per tutta la provincia. Seguono quindi specificati i diritti del prelato nei seguenti luoghi: Muggia, Capodistria, Pirano, Castel Venere, Buie, Portole, Montona, S. Lorenzo, Due Castelli, Rovigno, Valle, Pola, Midilano, Roniolo (?), Ignano (Dignano), Pudizano, Galisano, Paderno, Ravorigo, Gurano, Sisano, Gorciliano e Fasana (territorio di Pola), Cuzolo, Galzana, Albona, Fianona, Cortalba, S. Martino, Ragnoli, Letan, S. Pietro, Sugla, Roz, Bergont, S. Sir-go, Befuaberda, Malazumpica, Sidrena, Valda, Cerneglado, Culmo, Umeld, Grimaldo, Cudel, Pinguente, Parenzo e Castel S. Giorgio (v. n. 110). V. Marin, St. civ. i polit. del Comm. de’ Veneziani, VI, 350. — Carli, Ant. it., IV, 92. 104. — 1303, ind. I, Gennaio 21. — c. 57 t.° — Costituto di Pietro del fu Matteo Adamo da Venezia, dimorante a Fenarola, il quale, davanti a Leonardo Muazzo, Francesco Zane e Marco Vittori, castellani di Marcabò, dichiara d’ essere stato soldato (soldaderiusj e suo padre pilota sulla galea armata che, prima della fondazione di quel castello, custodiva la spiaggia di S. Alberto a S. Biagio ed alla Fenarola. Fatto sub logia del castello di Marcabò. — Testimoni : Gerardo da Mantova, Francesco Casulo, Rolando Lazilaio da Venezia, soldati, e Marino Beccario da Venezia. — Atti Marco Mare del fu Giovanni prete di S. Maria Maddalena di Venezia, cappellano del castello (v. n. 15 e 105). V. Minotto, Doc. ad Ferrariam ecc., I, 120. 105. — 1303, ind. I, Gennaio 29. — c. 57 t.° — Costituto di Albergito da S. Alberto del fu Corradino, davanti a Matteo Vitturi castellano di Marcabò. Attesta l’esistenza della galea, come si è detto al n. 101, e ne ricorda il nome del comito, Giovanni Manfredo da Venezia; aggiunge che altre guardie ai contrabbandi stavano in terra. Fatto come il n. 101. — Testimoni: Gerardo da Mantova, Balduino Secogolo, Marco Andrea massaro, Zeno balestriere, tutti soldati veneziani, Parentino da Chiog-gia pescatore nelle valli di Comacchio. — Atti come al n. 101. 106. — 1303, Gennaio. — c. 51. — Ugo de Calvo Monte e Giovanni Kayn di S. Ménéhould, custodi delle fiere di Sciampagna e Bria, chiedono al doge e a tutti i magistrati 1’ esecuzione giudiziaria contro la persona ed i beni di Bartolameo Prio-lotus (Priuli?) veneziano, e ciò ad istanza di Giovanni Letoringo scrivano (clencus) del re di Francia, di Bernabò di Castell’ Arquata, Prettino di Dionisio Arcelli (fra- ■COMMEMORIALI, TOMO I. 4