DOGE: GIOVANNI SORANZO. 231 ghino iti tutto il -di lei distretto, da Monaco a S. Giovanni del mare, due danari per lira su tutte le loro cose, legni e merci sino a che gli aventi rappresaglie siano pagati ; lo stesso faranno i marsigliesi nel distretto di Venezia, per soddisfare i veneziani. Fatto in Marsiglia nella sala, detta verde, del palazzo reale. — Testimoni: Giovanni Lingoste notaio, Giovanni de Tizonis, Stefano de Mosteriis ed Andrea Pa-bayrani. — Atti Arnelio notaio in Marsiglia, Piemonte e Forcalquier, scrivano di palazzo. 276. — s. d., (1321, Maggio). — c. 100 t.° — Il doge ordina a tutti i rappresentanti ed ufficiali di Venezia di riconoscere dovunque come cittadino il nobile Ra-disclavo Lubantii di Scardona (v. n. 274). V. Liubió, op. cit., I, 324. 277. — (1321), ind. IV, (Giugno l i ?). — c. 101 (103) t.° — Giovanni de Valli-bus gran maestro gerosolimitano in Romania, bali e capitano generale del principato d’ Acaia, Iacopo vescovo olivense, Beniamino cancelliere, i baroni e i cavalieri di quel principato al doge. Temendo che i greci ed i catalani non s’impadroniscano di di quello Stato, trattarono con fra’ Pietro Gradenigo per negoziare un’ alleanza con Venezia ; accompagnano, confermandola, la lettera ch’egli scrive al doge (v. n. 278), e pregano venga presa sollecitamente in considerazione. Data a Chiarenza. 278. — (1321), Giugno li. — c. 104 (103) t.° — Fra’ Pietro Gradenigo, provinciale dei frati minori in Romania, scrive al doge ad istanza dei nominati nel precedente. Non potendo l’Acaia più sopportare le persecuzioni dei greci, quei signori decisero di darsi ai catalani del ducato d’Atene, o a Venezia. Preferendo questa, si rivolsero a lui per consiglio sulle conchzioni relative, ed esso propose che, ad evitare complicazioni coll’ impero greco o col re d’ Aragona, si ponesse il principato sotto l’intiera dominazione di Venezia, e si tentasse quindi d’ ottenere la sanzione papale. Seguono altre condizioni di minor momento. Chiede quali siano le intenzioni di Venezia, la quale voglia scriverne a lui ed ai castellani di Corone e Modone. Data a Chiarenza. 279. — 1324, ind. IV, Giugno 22. — c. 47. — Annotazione di giuramento simile al n. 167, prestato da Nicolò conte di Veglia. 280. — (1321), Giugno 22. — c. 103 (102). — Cangrande della Scala vicario imperiale in Verona e Vicenza, a richiesta del doge, scrive a Covenzello de Faita-nis suo podestà a Feltre, di ben trattare, e permettere libero transito ai mercanti veneziani nei distretti di Feltre e Belluno, non esigendo da essi più dei dazi consueti. Data a Verona (v. n. 283).