236 C0MMEM0RIALI, LIBRO H. 303. — 1321, ind. IV, Novembre 17. — c. 112 (111) t.° — Lampre de Soppc procuratore di Gualtiero Iìaliani de Campofulone, di Paolo di Servidio de Monte Ultimi, di Egidio di Iacopo de Filono giudici, e del comune di Zara (procura in atti Francesco di Severo notaio zaratino), chiede al doge e al suo consiglio la conferma deli’ elezione a conte di quella città di Ugolino Giustiniani, la quale, accettata da Orso figlio di questo, è dal principe confermata. Fatto nel palazzo ducale di Venezia. — Testimoni : Francesco Querini, Alessandro Morosini, Nicolò Pistorino. — Atti Bonincontro not. inip. e scriv. due. V. Liubió, op. cit., I, 327. 304. — (1321), Novembre 23 e 24. — c. 102 (101). — Costituti, davanti ai provveditori di comune, di Guglielmo Rabia, Simone Lanter, Gerardo Martinon, Brisiarol Dalison, Ambrogio Dal Ayo, Pietro Cumino e Fortino Lanter tutti da Monza, i quali asseriscono essere Vassallo Cazani nato in quella città ed avervi avuto beni ; essere stato a Genova ed ora trovarsi a Milano, ed appartenere alla famiglia dei Rabia. — In seguito a ciò, i provveditori suddetti «dichiarano esser comprovata la cittadinanza monzese del Cazani (v. n. 300 e 307). 305. — (1321), Novembre 25. — c. 113 (112). — Maladino II bano dei croati e di.Rosnia al doge. Stefano Manolesso, fatto ad istanza d’esso bano podestà della sua città di Traù, fu calunniosamente accusato al doge di negoziazioni col bano medesimo a danno di Venezia. Il Manolesso governava bene ed aveva procurato molti favori a quella terra ; ora che ne fu cacciato, il bano gli pagherà del proprio il salario, promettendo risarcirlo d’ogni danno patito. Data a Scardona (v. n. 306). V. Liubió, op. cit., I, 328. 306. — (1321), Dicembre 2. — c. 113 (112). — Il comune di Traù al doge. Chiede che Venezia prenda in considerazione le male opere del figlio di Matteo Manolesso ivi podestà. Egli eccitò con false accuse contro quei cittadini la collera del bano Maladino, il quale fece imprigionare e martoriare gli oratori inviatigli dal comune stesso. Abbia il doge compassione di loro. Giovanni Freccia (Zanfreza), Si-mone de Valle, Iacopo Longo ed altri veneziani potranno far testimonianza. Non fu il podestà F ingiuriato, bensì i tragurini che lo trattarono sempre bene (v. n. 305). Data a Traù. V. Liubió, op. cit., I, 329. 307. — 1321, Dicembre 3. — c. 102 (101) t.° — Il doge e i consiglieri decretano: doversi ritenere come milanesi Vassallo Cazani e i suoi figli (v. n. 304). 308. — 1321, ind. IV, Dicembre 6. — c. 115 (114). — Marchesino de la Bo-nelda podestà, Rolognino del signor Iacopo del Cassaro difensore del popolo e il generai consiglio di Fano, creano procuratore Uguccione di Bertuccio negoziante, per chiedere i buoni uffici di Venezia presso la S. Sede, onde ottenere la riammissione di Fano nel seno della Chiesa (v. n. 311).