144 COMMEMORIALI, LIBRO I. papa, in presenza (lei re di Francia, al gran maestro dell’ ordine degli spedalieri, furono dal pontefice largite indulgenze a quelli che in qualsiasi maniera vi concorressero. Il gran maestro creò all’ uopo suo procuratore ne’ paesi oltremontani il Ti-berti, allora procurator generale dell’ ordine presso la S. Sede, il quale si nominò dei sostituti, e fra essi fra’ Ventura di Pontormo spedaliere del priorato di Venezia. Costui ebbe ordine di raccogliere in Venezia le offerte e depositarle presso la casa che vi tengono i Peruzzi. Infatti, esso recò dalla Germania 55 marche, 2 oncie e */* e 16 carati d’oro, che confidò a Rosso Peruzzi onde le mandasse a Firenze a disposizione dell’ ordine; ma gli ufficiali di Venezia arrestarono coloro che portavano il metallo e lo sequestrarono. Fra’ Ventura si presentò il di dopo al doge, dichiarando che quell' oro apparteneva all’ ordine ed era destinato allo scopo suddetto, ma rimaste inutili le sue ripetute istanze, torna a chiederne la restituzione, in nome della S. Sede e del re di Francia protettori dell’ ordine stesso. 631. — 1314, Agosto 12. — c. 230 t.°— Filippo principe di Taranto scrive al doge accettando le scuse di Venezia pel fatto che alcuni veneti avevano favorito il di lui nemico Tomaso, figlio del despoto di Romania, di che s’ era querelato per mezzo dell’ ambasciatore veneto Filippo Bellegno. Si raccomanda alla benevolenza di Venezia, protestandosi amico e devoto, e dichiarando sicuri in tutte le sue terre i veneziani o le loro merci. Data a Castellamare di Stabia. 632. — 1314, ind. XII (sic), Settembre 25. — c. 219 t.° -— Pietro del fu Giovanni de’Clementi notaio di Padova, procuratore di quel comune (atti Federico de Guicemano notaio al sigillo), e Salvaterra del fu Bartolameo di S. Luca, procuratore di Bonaccorso del fu Guido da Firenze abitante a Padova in contrada del Pozzo Catti Nicolò fu Iacopino not.), costituiti in presenza del doge, dichiararono che a quest’ ultimo furono restituite cinque verghe d’oro puro del valore di 1. 53, s. 18 di gr. ven. già deposte da Bonaccorso presso il comune di Venezia, al quale, in nome de’ rispettivi mandanti, fanno piena quitanza (v. n. 625). Fatto in Venezia, nel palazzo ducale. — Presenti: Giambuono de Freganesco giurisperito, Marco de Albasiis cavaliere del doge e Bonincontro notaio ducale. Segue la prima pagina della c. 220, vuota e portante: non scribantur in isto latere. 633. — 1314, Settembre. — c. 217 t.°— Elenco di rappresaglie concedute dal comune di Genova contro i veneziani, per danni da questi recati col saccheggio d'una nave di Raffo Dalmacio nell’ isola di Zia. Raffo Dalmacio per lire 2144, s. 6, Marino Lider per 1. 1000 o 1100, Nicolò Dardela per 1. 1000 o 1100, Corrado Rizio per 1. 400 o 500, Lorenzo Brignono per 1. 4400 o 1500, Orio Sardena per 1. 1100 0 1200, eredi di Nicolò Lercari, si crede per 1. 2500, non ebbero ancora le patenti (laudes), Lamba Doria per 1. 3500, Pietro da Bevello per 1. 3060. Il presente fu mandato a Venezia da fra’Zilio da Parma dei predicatori, inviato a Genova da Venezia per le rappresaglie.