120 COMMEMORALI, LIBRO I. autorizzandolo«, giusta i patti di essa, a regresso sui beni sequestrati del Vitale, non ostante il sequestro stesso ed ogni altro. Dato in Venezia nel palazzo ducale. — Con bolla di piombo. 533. — 1312, ind. X, Agosto 13. — c. 182 t.° — Annotazione: che il doge ed i consiglieri decretarono si prestassero a Matteo Manolesso, inviato al duca d’ Austria per la ruberia a danno di Nicolò Grimani, due ronzini dello Stato, a patto eh’ ei debba pagarne ogni deterioramento da constatarsi mediante stima, e che se lo Stato avrà bisogno di cavalli, il Manolesso presti il suo. 534. — 1312, ind. X, Agosto 13. — c. 183. — Annotazione: che Nicolò de La-xevele prestò nelle mani del doge il giuramento di cittadinanza, qual procuratore di Giovanni de Caligine (v. n. 530). 535. — 1312, ind. X, Agosto 16. — c. 192. — Egidio Offredoni e Ziliotto Pe-lononi ambi di Sereto (?) diocesi di Spoleto, dichiararono alla presenza del doge che, con loro approvazione, questi fece sequestrare in loro mani, ad istanza di fra' Nicolò de la Maza priore degli spedalieri di S. Giovanni Gerosolimitano in Venezia, due. 911 d’oro, 1. 3, s. 15, d. 1 di gr. ven. d’arg. ed oncie 9 d’ argento. Levato di consenso del priore il sequestro, le dette somme furono consegnate dal doge a Rosso della società dei Peruzzi di Firenze dimorante a Venezia, il quale s’impegnò di far venire entro un anno lettere del gran maestro di Rodi approvanti quanto sopra, o di restituire al doge il danaro suddetto. Fatto in Venezia nel palazzo ducale. — Testimoni: Tomaso Miani, Raldovino Delfino, Tomaso Barbarigo, Giovanni Valaresso, Marino Sanudo, Tanto canc. gr. e Nicolò Passamonte scrivano ducale. — Atti Giannino Lombardo detto Calderario (v. n. 511). Segue nota che il 15 Dicembre 1312 il Peruzzi presentò la lettera del gran maestro al doge, il quale ordinò al notaio Calderario di cancellare il precedente, locchè fu fatto (1’ atto è cancellato). 536 — 1312, ind. X, Agosto 21. — c. 185. — Rapporto, in dialetto, di Marco Michele detto Tataro e di Gabriele Trevisano, deputati dal doge e dal consiglio dei XV a noleggiar navi per portare vasellame all’ esercito sotto Zara. Hanno noleggiato per conto publico, da Andrea Cavazza da Castello, una nave detta S. Andrea, completamente guarnita, montata da 20 marinai, per lire 3 di grossi. La nave porterà il carico che piacerà al comune ; di più il Cavazza vi caricherà vasi vinari (vasellame) pagati metà da lui e metà dallo Stato ; li recherà all’ esercito per farvi la vendemmia ed empierli, e li ricondurrà a Venezia ove sarà venduto il vino, il cui prodotto andrà per una metà a profitto del Cavazza, per l’altra dello Stato. Il noleggiante sarà protetto dal capitano veneto sotto Zara nel far la vendemmia ; il legno partirà al più presto ; le parti osserveranno tutto ciò sotto pena di 500 lire. V. Ljubic, op. cit., I, 262.