102 COMMEMORIALI, LIBRO I. 440. — (1310), ind. Vili, Luglio 9. — c. 151 t.° — Avendo il comune conferito a Francesco chierico, figlio di Spinabello, il posto di scrivano della corte de magno salario, posto dato già da quei giudici a prete Nicolò di S. Pantaleone, fu stabilito che entrambi gli eletti restassero in uffizio dividendone i proventi fino a che uscisse di carica uno degli altri quattro scrivani, i quali erano : prete Angelo Coppo di S. Margherita, Sebastiano chierico, prete Michele di S. Canciano, e prete Leonardo di S. Felice. 441. — s. d., (1310, Luglio 2t ?). — c. 152. — Esposizione scritta, presentata dai legati in Lombardia del re dei romani ed imperatore. Il re verrà in Italia, conta esservi pel venturo s. Michele ; la maggior parte delle sue genti lo precederanno in Agosto; Venezia lo riceva qual re dei romani ed imperatore; gli spedisca armati ad accompagnarlo ; gli invii nobili con poteri per trattare intorno alla quiete d’Italia e ricevere i suoi ordini ; faccia pace, o almeno tregua fino al 1 Novembre ; se essa o alcuno de’ suoi cittadini è tenuto a prestazioni verso il re, si prepari ad eseguirle (v. n. 442). V. Pertz, op. cit., 197. 442. — (1310), ind. Vili, Luglio 21. — c. 152 t.° — Risposta del doge alla precedente. Venezia si rallegra della venuta dell’ imperatore ; lo riceverà come è, re ed imperatore ; manderà ad incontrarlo ambasciatori, e se verrà per mare gli manderà genti ad onorarlo; Venezia non ha guerra con alcuno, benché il papa le si mostri avverso, ma in breve spera accomodate le cose e confida che al bisogno avrà il favore imperiale se vi ricorresse ; circa le prestazioni, si adempirà il dovere ; offre quanto ha all’ onore imperiale, e si raccomanda. — Munita di bolla di piombo. V. Pertz, op. cit., 197. 443. — 1310, Luglio 24. — c. 153. — Michele Alberti (v. n. 446) dichiara che, essendo malato alla torre di Peretola, non volle dare certo denaro per cavalli morti se non dietro ordine scritto di Vitale Michele, che infatti gli fu presentato dal notaio di questo, Pace da Chioggia, al quale_ diede la somma in Francolino, presenti Marino Trevisano, Ruggero Foscarini e Fino fonticaio ; il notaio partitosene, fu ucciso da una pietra di mangano. 444. — (1310), ind. Vili, Luglio 27. — c. 153 t.° — Pietro di Castro Pola, capitano generale di Pola, e quel comune, in risposta a lettere ducali, dichiarano falsa la voce che nella loro città nort si faccia giustizia ai veneziani, dei quali si professano amicissimi. Data a Pola. • 445. — 1310, Luglio 28. — c. 153. — Annotazione che il doge, alla presenza dei consiglieri, disse a Benincà de Gheciis : esser contente Ymia e Maria da Canale,