DOGE : GIOVANNI S0RANZ0. 634. — 1314, Settembre. — c. 217 t.° — Elenco di danni recati da genovesi a veneziani dalla pace del 1299 in poi. Presso gli Estraordinari, vi sono annotazioni per 36943 bisanti bianchi. In uno exfolio presso gli stessi, facente parte di altri spediti di Romania da Francesco Dandolo smarriti, sono notati perperi 85. Dal libro dei danni esistente nella cancelleria ducale, fatto nel 1392 (sic, 1292?), si rileva che Sorleone Grimaldi, bandito da Genova, ne diede per 1. 132, s. 8 di gr. circa; e che Francesco Squarciaflco ne diede a Viviano de Treo per s. 26 di gr. Nel secondo libro delle lettere ducali, ne esiste una memoria inviata a Genova ; ed una relativa a danni patiti da Giovanni Corin eh Tiro e da altri di Pafo per bisanti bianchi di Cipro 38629 è notata nel nuovo libro dei danni del 1311. 635. — s. d., (1314, Settembre?) — c. 218. — Proposte fatte dal patriarca d’ Aquileia, recate al doge da Marco Morosini e da Giovanni di Marchesino : quel prelato è disposto ad approvare le sentenze degli arbitri, e a tenersi responsabile anche per ciò che riguarda Mosca della Torre, Tolberto e Biachino da Camino ed altri ; i pagamenti che gl’ incombono per dette sentenze, si faranno sulle paghe dovutegli e trattenutegli da Venezia, le quali non dovevano essere sospese che durante la guerra, cioè dal dì di S. Luca in cui si portò in Istria contro i veneziani sino al Giugno. Propone, che i danni recati ai sudditi di Venezia in Muggia siano giudicati da Rizzardo Malombra e da Giovanni di Marchesino, e siano risarciti come sopra. È pronto a dare piena quitanza, fatti i detti pagamenti, di quanto gli è dovuto, purché la paga del corr. Settembre ed il residuo delle precedenti si dia ai Peruzzi, e quelle future si facciano ai tempi convenuti, nel Marzo e nel Settembre, e non si deroglii ai trattati. Il doge farà piena quitanza pel danno di Muggia. Propone che quanto gli è dovuto gli sia pagato per mezzo dei Peruzzi dove gli piacerà. Se Venezia gli accorderà che non si possa portar vino dall’ Istria in Portogruaro e Latisana senza di lui permesso, promette di non ricevere in Friuli se non sale veneto. 636. — s. d., (1311, Settembre?) — c. 218 t.° — Risposta scritta, inviata dal doge al gran maestro dell’ordine gerosolimitano, relativa al n. 618. Le frasi stesse adoperate dal gran maestro, provano avere il Cornaro avuto il possesso delle isole ed esserne stato spogliato; ne conclude: quest’ultimo avere diritto alla restituzione, e respinge le proposte di arbitrato e di giudizio papale. Spera che il gran maestro, convinto, vorrà restituire le isole. Circa i danni sofferti da Pautaleone Michele e da Marco Contarmi, osserva: essere i signori responsabili del male fatto dai sudditi quando possono impedirlo, e dice sperare che i due veneziani saranno compensati (v. n. 659). 637. — (1313), ind. XII (sic), Ottobre 8. — c. 212 t,° — Bonifacio de Spelano giudice, vicario di Ferantino Malatesta podestà, ed il comune di Cervia, pregano il doge di prestare piena fede a quanto sarà per esporre e fare Lancellotto de Gibo-neriis da essi inviatogli per riscuotere la rata scadente al S. Michele dell' annualità dovuta da Venezia al comune stesso, contro il qual pagamento moveva difficoltà, sotto friveli pretesti, il veneziano Gabriele Trevisano (v. n. 638). GOMMEMOlì!ALI, TOMO I. 19