DOGE: PIETRO GRADENIGO. 101 433. — (1310), Giugno 23. — c. 151. — Ottobuono patriarca d’ Aquileja, in esecuzione della pace conclusa con Venezia, ordina al comune di Muggia di restituire, effettivamente o in equivalente, quanto fu sequestrato in quel distretto a danno di Pietro Balestriere e d’ altri veneziani, cosi prima che durante la guerra. Data in Cuccagna (v. n. 434). V. Minotto, Doc. ad Forumjulii ecc., fi. 434. (1310), Giugni 23. — c. 151. — Ordine eguale al precedente dato da Enrico conte di Gorizia e del Tirolo, capitano generale del Friuli. Dato dal campo sotto Cuccagna. Segue nota che questi due ordini furono consegnati in originale, per comando del doge, il 7 Luglio, a Iacopo Volpino cognato del Balestriere. V. Minotto, Doc. ad Forumjulii ecc., fi. 435. — 1310, (Giugno 30). — c. 156 t.° — Annotazione di Tanto cancellici’ grande : che nel detto giorno il doge ordinò agli ufficiali al Caltavcr e ad altri di confiscare tutti i beni di Marco Querini de domo maion, ucciso col figlio mentre scendevano in piazza armati contro il doge e il comune ; tale ordine fu trasmesso dal cancelliere stesso. V. Tentori, Il vero carattere ecc., 94. 436. — 1310, ind. Vili, Luglio 2. — c. 151 t.° — Parte del maggior consiglio, il quale ordina che gli uffici tenuti dai membri della congiura, siano dati ai benemeriti difensori dello Stato ad arbitrio del doge, dei consiglieri e dei capi di XL. 437. — 1310, ind. Vili, Luglio 3. — c. 151 t.° — Attestazione che Pietro e Iacopino Querini de domo malori, volendo obbedire ai comandi del comune di Venezia, si presentarono a Benvenuto de Cledino podestà di Cremona. Fatta in Cremona, nella casa del podestà. — Presenti : Sandonio de la rora, Cabrino e Manfredino detto Barba de Brexanis, e Martino di Giovanni ria Firenze. — Atti Michele de lìsola not. del sacr. pai. 438. — s. d., (1310, Luglio, primi giorni). — c. 150. — Decreti emanati dal doge, consiglio minore e capi dei XL, coi quali si provvede alla custodia delle vie d’ acqua della città, alla guardia notturna sotto la dipendenza dei capi sestiere, ed alla sicurezza del palazzo ducale. V. Marin, op. cit., V, 319. 439. — (1310), Luglio 7. — c. 150. — Decreto emanato come il precedente, con cui si ordina la formazione d’ un corpo di 1500 uomini sempre pronti ai cenni del doge. Tutti i cittadini, al suono a stormo delle campane di S. Marco, debbano riunirsi sotto i capi contrada presso i capi sestiere, metà scendere in piazza, metà restare a custodia delle contrade. V. Marin, op. cit. V, 320.