bOGE: PIETRO GRADENfGO. 21 lutto ciò annualmente. Saranno poi pagati al patriarca tutti gli arretrati d’imposte dovutigli dall’ Istria fin dal tempo del patriarca Gregorio. V. Cari.i, Ant. ital., App., IV. 90. — Marin, loc. cit., 35". 111. — 1303, ind. I, Aprile 23. — c. 34. — Simeone Avventurato, bailo veneto in Cipro, scrive al doge avergli denunziato il veneto Michele di Limizo che, nel Marzo passato, un suo legno fu catturato presso il capo bianco di Cipro dalla galea genovese di Percivalle de la Turcha, ed essere stata la cosa legalmente provata, Sapendo ora che la nave corsara era stata presa presso Rodi, raccomanda al doge il danneggiato, il quale ha in Venezia un procuratore, Nicolò di Giovanni Lucchetti barberium. — Segue inventario e stima delle perdite. Data a Famagosta (v. n. 149). 112. — 1303, ind. I, Maggio 11. — c. 32 t.°— Avendo Zugno de Volcasso da Ragusi comperato da Giovanni Soranzo di S. Angelo la quarta parte e più della nave S. Maria a 1. 712 l/.2 il quarto di nave, egli si obbligò al doge e suo consiglio di non rivenderla a forestieri, e ne diede a malleveria una sua casa a S. Matteo di Rialto confinante con Marino Volcasso, Paolo Querini e la strada. V. Liubió, op. cit., I, 202. — Schafàrik, op. cit., I, 5. 113. — (1303), Maggio 23. — c. 35 t.° — Guido de la Fioche, duca d’ Atene, scrive ai procuratori di S. Marco Giovanni Zorzi e Nicolò Querini ringraziandoli di loro lettere recategli dal suo famigliare Nicolò Thomas, e della cura presa agli affari del defunto suo socio nobile Bernardo de Mosseth ; li prega di disporre come volle il morto dei 2000 perperi eh’ essi hanno ; vuole consegnati al Thomas tre sciamiti di ragione d’esso scrivente; ringrazia del pane e dei danari dati alla sua galea (v. n. 122). Data a Tebe. 114. — (1303), Maggio. — c. 33 t.° — Donato, console veneto in Corfù, tras-“ mette al doge denunzia che il 17 Aprile fu, da un legno di Rartolameo da Saragosa (Siracusa ?) comandato da Mazorello da Saragosa, saccheggiata nel porto detto lo Faisco, nell’ andare all’ Arta, una barca di Corfù su cui era Giovanni de Lava di S. Moisè, che vi perdette per s. 200 di grossi di merci. 115. — (1303), Luglio 18. — c. 34 t,° — Avendo gli ambasciatori del marchese d’Este domandato facoltà di condurre a-Ferrara per le acque venete certa quantità di grano acquistato all’ estero, il doge la nega come pregiudiziale a Venezia, e fa sperare eh’ essa potrà somministrarne del proprio. V. Minotto, Doe. ad l'errariam ecc., 1, 121. 116. — (1303), ind. I, Luglio 22, — c. 31 t.° — A richiesta simile alla precedente n. 115, fatta da ambasciatori del comune di Parma, il doge risponde nella stessa guisa.