DOGE: PIETRO GRADENIGO. 31 rii gr., mali. Giov. marangone ab. in c. Pietro da Mula a S. Boldo ; Marco figlio del precedente ab. in casa Filippo Buono a S. Iacopo, s. a. s. 56 di gr., mali. Palamede di S. Raffaele; Pantaleone Malaflama ab. in c. Leonardo Rodolfo a S. Gervasio, s. a. s. 45 di gr., mali. Giorgio Fermano di S. Gervasio; Pietro Piva ab. in c. Giov. Mo-rosini a S. Angelo, s. a. s. 50 di gr., mali. Pietro Marcello ab. in casa Beriola Moro-sini a S. Angelo. 131. — (1303), Ottobre 1. — c. 38 t." — Il comune di Cesena offre per mezzo d’ ambasciatore d’impedire ai signori di Ravenna 1’ esecuzione del progetto d’ un canale dannoso agli interessi di Venezia. 132. — (1303), Novembre 5. — c. 40. — Iacopo Querini della Ca maggiore dice che, essendo ambasciatore in Costantinopoli con Rainieri Michele, gli parve conveniente accettare dall’ imperatore 14000 perperi in luogo di 21000, con che quel sovrano si adattava a risarcire i danni recati dal corsaro Carica e da un altro il .quale aveva spogliato Pietro Zane Rosso. 133. — 1303, ind. I, Novembre 8. — c. 39 t.° — Commissione del comune di Padova a Matteo de’ Cortusi, Pietro giudice d’ Alticlino, Zambono di Andrea ed Andrea notaio de Valle. Chiedano che Padova possa rifare le palate distrutte dai veneziani nel fiume Seueo, luogo di giurisdizione padovana, e ne siano restituiti i legnami; in risposta alle proposte di Venezia (v. n. 121), Padova accetta un arbitrato sul suo diritto a far le dette palate ; essa ha pur diritto di farne nel fiume che va a Chioggia in bocca del Piovego (publice) o di Ponte di Pietra ; assente alla domanda di Chioggia che tal diritto si sottoponesse al giudizio di arbitri. Fatta nel palazzo publico di Padova. — Testimoni : Bonaventura not. del fu Leonardo de Guizemano, Federico banditore degli anziani del fu Guidoto, e Federico del fu mastro Alberto calzolaio. — Atti Ognibene del fu Patavino de Lazara notaio (v. n. 135). 134. — (1303), ind. II, Novembre 15. — c. 53 t.° — Federico III re di Sicilia scrive al doge : avergli 1’ ambasciatore veneto Vitale Michele chiesto il pagamento delle onze 6937, tari 28, gr. 4 Va convenute (v. n. 98), e dimostra doversi ridurre la detta somma a on. 5409, t. 8, gr. 10 3/i- Circa danni recati ai veneziani da Ber-linghieri de Villaraguto, già capitano delle galee del re d’ Aragona nell’ assalto dato a Corfù, narrandone minutamente il contegno, prova non esser esso responsabile di detti danni; e dice perciò doversi dedurre altre on. 1528, t. 19, gr. 13 3/s dal suddetto importo ; cerca dimostrare o compensate o insussistenti le pretese dei veneziani Marino e Bisino, già in parte pagati dal Villaraguto mastro portolano di Sicilia, di Pasquale de Magnutto di Bagusi, cui fu catturata una nave in Tunisi da galee del re d’Aragona e di Ruggero de Loria ammiraglio di Sicilia, del veneto Andrea Aicardo, che ebbe sequestrata una nave mentre viaggiava da Napoli a Cagliari (in prova cita le risposte date da Giacomo re d’ Aragona al veneto ambasciatore Pietro Giustinian), di Giovanni Soranzo ed Angelo Pesaro, per perdita di cotone